Sensibilità emozionale

Le “nuove entità tridimensionali” presentate al Salone del Mobile di Milano dall’architetto Simone Micheli

Il calciobalilla “3a1”, disegnato per il Gruppo Valsecchi; due nuove collezioni bagno per Visionnaire e Axia Bath Collection; collezioni di imbottiti per Adrenalina; due camini per Antrax; il corpo luminoso “Gilda” per Cyrus Company; il centro tavola “Green Pebble” per Verde Profilo e, infine, nuove versioni della cucina IT-IS per il Gruppo Euromobil. Ecco alcune delle «nuove entità tridimensionali», come le definisce lui stesso, presentate al Salone del Mobile di Milano dall’architetto Simone Micheli.

Tra tutte queste creazioni, quali le linee di design che si possono evidenziare?Le linee di design non obbediscono a canoni specifici ma li mettono costantemente in discussione mantenendo al contempo sobrietà ed eleganza. Non sono trasgressive, ma rovesciano le prospettive andando a contaminarsi con i campi semantici del sogno e del surreale. Nelle mie creazioni prediligo la sensibilità anche inconscia che decostruisce tramite un percorso che si affida a sensazioni, istinto ed emozioni. Un esempio? “Gilda”, che ho disegnato per Cyrus Company. Una testa in ceramica bianca, un’opera contemporanea che interpreta uno stile, una vita, che vede come protagonista Gilda Bojardi, la signora del design. Forza e dolcezza, carattere ed eleganza: tutte qualità rappresentate e tradotte in questo oggetto dal design che con un nome di grande significato, è soprattutto un delicato tributo.

La crisi economica e sociale che stiamo vivendo influisce sulle creazioni?La realtà in cui ci troviamo è complessa, fatta di varietà e complicazioni, ma, allo stesso tempo, bisognosa di concretezza e capacità di azione.
 Più che mai quella di oggi è una realtà che richiede sinergie e credi comuni. Strutture sociali, politiche e economiche efficienti e solide che scelgano di costruire il domani basandosi su interazioni di qualità e etica.
 Se vogliamo essere capaci di rendere la nostra epoca un rinnovato Rinascimento, dobbiamo non sottovalutare, bensì comprendere in profondità l’importanza radicale che hanno i reticoli comunicativi e dialogici nel dar forma al domani.
 Costruire architetture carenti, prive di estetica e di valore, alla ricerca di un facile guadagno-risparmio immediato significa, in qualche modo, bruciare un pezzo di futuro, implica sprecare risorse e energie per produrre un bene non duraturo e non compatibile con la vita e con il mondo che vorremmo.
 È fondamentale legare a doppio filo i principi imprenditoriali di profitto ed economia a quelli di etica e sostenibilità.

Quale contributo può apportare al settore, anche in momenti critici come quelli attuali, il valore del made in Italy?La cultura del design italiano, affermatosi storicamente in Italia soprattutto nell’area milanese, oggi è sempre più cosmopolita e funziona da faro per molti progettisti stranieri. Un complesso e vivace laboratorio artigianale, costituito da iniziative spregiudicate e talvolta contraddittorie, il quale ha saputo anticipare e spiazzare un quadro sociale ed economico in grande trasformazione. Ancora oggi il design italiano favorisce istante dopo istante il superamento delle barriere e del reale conosciuto. I progettisti contemporanei, con diverse parametricità rispetto a quelli di ieri, continuano più o meno inconsciamente a cambiare le cose. Noi viviamo nella e per la trasformazione.

ARTICOLO PRINCIPALE: Il design è dialogo

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