Pitti Uomo, la moda maschile sorride Oltreconfine

Il calo del mercato domestico (-5,7%) compensato dalle vendite estere. I dati di Sistema Moda Italia presentati alla kermesse fiorentina

Come purtroppo ultimamente accade sempre più frequente le buone notizia arrivano (solo) dall’estero. La moda maschile italiana (aggregato che comprende l’abbigliamento in tessuto, la maglieria esterna, la camiceria, le cravatte e l’abbigliamento in pelle) ha archiviato il 2012 con una crescita pari all’1,6%, con le vendite estere in aumento del +3,8%, ma con un mercato domestico che resta in territorio negativo, evidenziando un nuovo peggioramento (-5,7%). In aumento, sempre grazie all’export, anche il valore della produzione (l’attività produttiva italiana al netto della commercializzazione dei prodotti importati) che ha registrato un buon +7,4%. I dati, presentati oggi in occasione della prima giornata di Pitti Immagine Uomo 84, sono frutto del Centro Studi di Sistema Moda Italia, la federazione italiana del comparto.

Come anticipato, l’export mantiene quindi il suo ruolo fondamentale di propulsore di crescita. Infatti prosegue l’aumento dell’incidenza dello stesso sul fatturato settoriale: dal 57,7% del 2011 si passa al 58,9% nel 2012. Il valore delle esportazioni, pari a 5 miliardi di euro, è ormai ritornato ai livelli correnti pre-crisi. Sul fronte dell’import, la dinamica è opposta: dopo l’aumento del +8,6% dello scorso anno, nel 2012 si registra un netto calo, pari al -9,3%. Grazie a questa dinamica degli scambi con l’estero, la moda maschile italiana vede nel 2012 un importante miglioramento del suo saldo commerciale: guadagnando 546 milioni in un anno, il surplus commerciale raggiunge e supera il miliardo e mezzo di euro.

Con riferimento agli sbocchi commerciali, ottima è la performance dei mercati extra-Ue, che nel 2012 hanno messo a segno un incremento pari al +9,1% (che fa seguito ad un +20,7% registrato nel 2011), a fronte di un mercato intracomunitario interessato, invece, da una dinamica negativa (-0,6%). L’Europa resta comunque il maggior acquirente, con una quota del 53,3% sull’export totale di settore. Se la Francia, pur confermandosi il primo mercato in assoluto, ha deluso (-1,5%) analogamente alla Spagna (8,2%), il Regno Unito ha, invece, evidenziato una performance del tutto soddisfacente (+9,8%). In positivo si è mossa anche la Germania (+3,5%). Tutte le principali piazze extra-europee si sono rivelate, invece, particolarmente performanti: gli Usa, terzo mercato di sbocco, presentano un aumento del +19%, la Russia cresce del +3,5%, il Giappone del +19,8%. La Cina evidenzia un trend positivo (+14,9%) toccando i 130 milioni di euro nel 2012.

Nessuna indicazione positiva in riferimento, invece, al consumo delle famiglie italiane: i consumi interni sono in continua diminuzione. Le rilevazioni effettuate da Sita Ricerca per conto di Smi indicano per l’anno solare 2012 un decremento del sell-out per la moda maschile pari al -5,5%. Il trend della Primavera-Estate 2012 flette del -6,8% su base annua, mentre il quadrimestre settembre-dicembre cala del -6,3%, contribuendo negativamente alla performance dell’Autunno-Inverno 2012-2013. Il primo bimestre 2013 vede un ulteriore aggravamento del sell-out della moda maschile, che scende del -7,4% su base annua.

LE PREVISIONI PER IL 2013 Il trend complessivamente positivo, che ha caratterizzato la moda maschile nel 2012, dovrebbe proseguire anche quest’anno. La performance si verificherebbe, ancora una volta, esclusivamente grazie al contributo delle esportazioni, in particolar modo di quelle destinate ai paesi extra-europei.

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