Alessandro nuovo presidente del Gruppo Benetton

Il padre Luciano annuncia il passaggio del testimone al figlio e sottolinea quanto l’Italia abbia bisogno di snellire le regole rigide e la troppa burocrazia per crescere

«Il testimone passa a mio figlio Alessandro che diventerà presidente. Dopo una corsa durata 47 anni, martedì lascio le cariche nell’azienda fondata insieme ai miei fratelli». Luciano Benetton sceglie queste parole, affidate al Corriere della Sera, per annunciare le proprie dimissioni e il passaggio del testimone al figlio, già vice-presidente del Gruppo Benetton. Per Luciano, classe 1935, al figlio Alessandro, nella sua nuova avvenura «servirà soprattutto passione», la stessa «dimostrata nei due anni da vice-presidente, ma anche nella sua storia imprenditoriale, creando 21 Investimenti». Azienda di famiglia, ma non solo. Annunciando le proprie dimissioni, Luciano Benetton tratteggia anche un quadro dell’Italia di oggi, quella nella quale si troverà ad operare il figlio Alessandro (già premiato come Imprenditore dell’anno nel 2011). «È proprio questo che manca all’Italia, la voglia di crescere, di sorprendere il mondo – sottolinea il numero uno di Benetton. Se pensiamo che il nostro Paese debba ancora crescere siamo obbligati a competere non solo sul fronte del costo del lavoro, occorre snellire le regole rigide e la troppa burocrazia per avere investitori. Sono necessari sviluppi in tecnologia, in infrastrutture materiali e immateriali. Dobbiamo ingegnarci per trovare come accrescere il valore dei nostri prodotti. Le idee, la cultura, soprattutto la cultura, è fondamentale la capacità di intersecare piani diversi, dall’arte all’architettura al singolo prodotto. Questo vale per tutti i settori, abbigliamento compreso: senza idee e innovazione non si ha futuro».

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