Automotive in crisi? La passione per le auto resta intatta

Il settore delle quattro non sarà più lo stesso, ma non si è affatto fermato. Le novità scese in pista sono molte e c’è tutto il tempo di studiarle virtualmente in attesa di vederle negli showroom

Per una volta la paura non ha fatto 90 come imporrebbe la Smorfia napoletana, nel senso che la novantesima edizione del Salone internazionale dell’auto di Ginevra che avrebbe dovuto accendere i riflettori tra il 5 e il 15 marzo è stata cancellata. Lo stesso è successo per l’Auto Show di Detroit e per il Salone di Pechino. Se tre indizi fanno una prova, come sosteneva la giallista Agatha Christie, e se si leggono i risultati del mercato dell’auto di marzo e aprile, più vicini allo zero che al novanta, si può capire che l’automotive non sarà più quello che conoscevamo. La passione per l’auto però rimane e in molti si sono chiesti quale vettura avrebbe indossato la corona di reginetta della kermesse svizzera se fosse andata in scena. È una domanda tutt’altro che oziosa perché adesso, da casa, le scelte di chi sta per portarsi in garage una bellezza su ruote diventano ancora più razionali e rigorose. A sancirlo è una ricerca di MotorK, che sottolinea come chi non possa fare il giro delle concessionarie faccia confronti sul Web e, avendo tanto tempo a disposizione, diventi un giudice particolarmente severo. Insomma: quando il business riaccenderà i motori, chi cerca di vendere lucciole per lanterne rischia di finire con le ossa del conto in bancarotta, mentre i modelli che abbinano tecnologia, bellezza, prestazioni ed ecosostenibilità, quelli, appunto, che sarebbero stati protagonisti a Ginevra, la faranno da padroni non appena debutteranno negli showroom.

Non troveranno ancora la Renault Morphoz, ennesimo esercizio di stile del fantasioso designer Laurens van den Acker, una concept car elettrica dall’estetica futuristica e dalle dimensioni modulabili. Caratterizzata da profili squadrati, nervature molto nette e da vistosi cerchi da 22 pollici, questo crossover vanta un’inedita piattaforma automatizzata in grado di modificare con un sistema telescopico la lunghezza e gli spazi interni dell’abitacolo di 40 cm a seconda delle esigenze. Anche l’autonomia varia dai 300 km della configurazione City, la più corta, fino ai 700 della più lunga Travel. Le vetture più attese da chi aveva già in tasca un biglietto per Ginevra sono le elettriche dure e pure, quelle che aspettano l’epidemia virtuosa che prima o poi riempirà anche le città italiane di colonnine di ricarica.

La Mini Full Electric porta in dote 184 cv, una coppia di 270 Newtonmetri e un’autonomia compresa tra 235 e 270 chilometri. Nei punti di ricarica da 50 kW si fa l’80% del pieno in 35 minuti, un tempo da record. Proprio come i quattro secondi che bastano alla concept Bmw i4 per accelerare da zero a 100 all’ora grazie alla potenza-monstre di 530 cavalli. L’autonomia dichiarata in questo caso arriva fino a 600 chilometri e non manca una curiosità: per evitare che qualche pedone finisca arrotato per non aver percepito l’arrivo della vettura i sound designer della Casa dell’elica hanno fornito la i4 di un rumore discreto ma evocativo dei tempi in cui le belle auto si misuravano anche con le orecchie. Fa il suo mestiere in silenzio, invece, la Fiat 500 elettrica, una city car da 320 chilometri certificati nel ciclo Wlpt, quello che si avvicina di più alla realtà. L’80% delle batterie si ricarica in 35 minuti e ne bastano cinque per riempire una tanica virtuale da 50 chilometri. Vi piace? Potete prenotarne una direttamente dal divano, perché i 500 esemplari dell’edizione di lancio si possono ordinare online sul sito Fiat.com. I prezzi? La versione Cabrio assai accessoriata, per esempio, costa 37.900 euro, ma potrebbe godere di eco-incentivi fino a 12 mila euro.

Per chi ama le pietanze automobilistiche più pepate, ecco la Seat Leon ibrida ricaricabile da 204 cavalli che la mattina garantisce fino a 60 chilometri in modalità esclusivamente elettrica e riduce le emissioni fino a quota 50 grammi per km. «Il 2019 è stato l’anno migliore della nostra storia», si legge nel discorso preparato per Ginevra dal presidente della casa iberico-tedesca Carsten Isensee, «abbiamo iniziato il 2020 in crescita e anche se sarà un anno difficile ci stiamo attrezzando per il futuro». Se, poi, siete tra gli automobilisti nelle cui vene scorre sangue misto a benzina e, dunque, siete refrattari alle elettriche e amate avere nella stalla (pardon, nel garage) tanti cavalli, non schiodatevi dal divano firmato da Philippe Starck e andate sul sito Jaguar.it per ordinare una freschissima di restyling F-Type griffata dal Giaguaro. Per chi vuole strafare c’è la R, una versione speciale alleggerita e con assetto da pista che accelera da zero a 100 all’ora in 3,7 secondi ed è in grado di raggiungere i 300 all’ora grazie a un motore otto cilindri a V sovralimentato da 575 cavalli. Il prezzo, fissato a 129.300 euro, potrebbe risultare indigesto, ma ci sono altre 27 versioni più economiche tra cui scegliere con prezzi a partire da 66 mila euro e rotti.

A Ginevra, comunque, ci sarebbero state anche auto create a misura di chi non ha il mobilio del più noto designer francese. Per esempio, la concept Dacia Spring presentata come l’elettrica più economica che sarà venduta in Europa. Salendo decisamente di quotazione e di blasone, la Kia Sorento, la suvcrossover coreana lunga 480 cm presentata in pompa magna su Facebook il 19 marzo, avrebbe fatto breccia nel cuore di chi ama lo spazio e gli aiuti elettronici. Non è economicissima, i prezzi partono da 47 mila euro, ma una lunga serie di raffinatezze rende dolce il boccone. Qualche esempio? Per l’illuminazione notturna si può spaziare tra 64 colori per una vera e propria cromoterapia e l’impianto hi-fi targato Bose mette in campo ben 12 altoparlanti. L’ibrida ha la bellezza di 230 cavalli e si può avere anche nella versione 4×4 con la ghiottoneria di poter fare le manovre usando lo smartphone come joystick. Insomma: le pretendenti al ruolo di reginette del Salone sarebbero state molte, ma lo scettro, secondo noi, l’avrebbero conteso l’Alpine A110 e la Giulia Gtam. La prima si offre ai puristi della guida in due versioni speciali, la Legend Gt e la Color Edition 2020, che sono da subito pezzi da collezione. L’Alfa Romeo replica con la Gtam, cioè Gran turismo alleggerita maggiorata, da 540 cv, a tiratura limitata e certificata, realizzata in collaborazione con gli ingegneri di casa Sauber, abituati alle sfide della Formula 1, che hanno studiato 17 ritocchi aerodinamici. Due posti e rollbar montato sulle sedute posteriori, è un boccone goloso che costa circa 170 mila euro con la ciliegina di un kit che comprende un telo copriauto GoodWool personalizzato, tuta, guanti e scarpe da gara e un casco Bell. Ballare con la principessa che avrebbe dovuto sbancare Ginevra costa caro. Ma non si può pretendere di entrare nell’Olimpo dei motori a suon di monetine…

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