Le nuove auto iper tecnologiche saranno meno facili da rubare?

Le nostre auto sono sempre più tecnologiche e connesse. Ma, per un hacker, prenderne il controllo non è facile. Neppure attraverso il computer di bordo

Con le nuove tecnologie che poco per volta stanno penetrando all’interno delle nostre vetture, tutti si domandano se sarà più facile o più difficile riuscire a rubarle. Proviamo a capirlo insieme. Ad oggi, tante sono le Case automobilistiche che stanno testando il sistema di auto-guida, Nissan, Google, Mercedes, dove il pilota all’interno della vettura fondamentalmente non dovrà più fare nulla. Ma questo tipo di tecnologia potrà consentire ad un pirata informatico esperto di poter pilotare, tramite computer la vettura del mal capitato? Sarà possibile rubare una vettura stando seduti a casa? Accedendo magari tramite tutti i sistemi elettronici di bordo? Quanto c’è di possibile e vero in tutto questo? Limitandosi all’auto, un hacker che volesse entrare nei nostri affari potrebbe “aggredire” i navigatori integrati nel veicolo o i sistemi multimediali della vettura. Ma potrebbe aprirsi qualche “strada” solo in dispositivi di vecchia generazione e di basso costo. Nel 2007, due esperti informatici riuscirono a inviare falsi bollettini del traffico ad alcuni navigatori, creando code chilometriche. Altra soluzione da vagliare, è la black box, un dispositivo “promosso” dalle assicurazioni, che registra i nostri spostamenti e le dinamiche dei sinistri, rendendo più difficili le frodi. Ma non c’è rischio che un malintenzionato esperto possa manipolare i dati immagazzinati per alterare il “report” di un sinistro? Gli specialisti dicono di no: l’accesso è pressoché impossibile per qualunque hacker. Molte autovetture, specialmente le city car, ormai sono tutte connesse tramite smartphone, che utilizzano per musica, per chiamate e per la navigazione. Qui invece si concentrano le maggiori attenzioni degli hacker. Ma le case non stanno a guardare: la ricerca di soluzioni per rendere questi sistemi sempre più “blindati” è in continuo progresso.

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