Italia.it perde anche il suo direttore

Arturo di Corinto si dimette: da otto mesi né lui né la redazione percepivano lo stipendio

Doveva essere la vetrina del Belpaese: il presidio virtuale grazie al quale ci saremmo riscattati dai luoghi comuni sull’Italialetta che si improvvisa, promuovendo il made in Italy in tutto il mondo. Invece, il sito di promozione turistica Italia.it, realizzato in vista di Expo2015, si è rivelato un flop clamoroso: refusi, traduzioni strampalate realizzate con Google Translate per risparmiare sugli interpreti, foto copiate da altri siti, link che indirizzano a pagine sbagliate… E adesso, anche il direttore Arturo Di Corinto che rassegna le dimissioni, mandando una missiva di fuoco al premier Matteo Renzi e al ministro per i Beni e le Attività Culturali Dario Franceschini.

LE MOTIVAZIONI DI DI CORINTO. Nella lettera, Di Corinto spiega: “Come avevo preannunciato nel luglio scorso sia al direttore generale Onofrio Cutaia sia al consigliere Stefano Ceci, mi dimetto da direttore di Italia.it perché è ingiusto e poco dignitoso continuare a lavorare senza essere pagato”. Nel mirino, la Promuovi Italia Spa, i cui problemi finanziari sarebbero alla base dei mancati pagamenti alla Unicity Spa, da cui dipendeva la redazione. Quest’ultima, peraltro, doveva essere composta da almeno una ventina di membri e, invece, a oggi conta solo tre persone. Nella lettera, Di Corinto denuncia che Promuovi Italia Spa “ha impegnato la società Unicity a lavorare anche dopo la rescissione unilaterale del contratto avvenuta il 10 settembre 2014, con la velata minaccia di non considerare adeguato il lavoro che tutti i responsabili istituzionali fino ad agosto 2014 avevano coordinato, apprezzato e approvato”.

“ERRORE DI GESTIONE”. I mancati pagamenti a Unicity risalirebbero a febbraio 2014. Adesso, com’è noto, il Mibact ha deciso, attraverso Promuovi Italia Spa, di rescindere anticipatamente il contratto con Unicity Spa e la gestione del portale è passata nelle mani dell’ente del promozione del turismo Enit. Peccato che questi, essendo commissariato, non dispone dei mezzi necessari per seguire il portale. Da qui, la piccata osservazione di Di Corinto: “Personalmente ritengo che sia stato un errore affidare il portale all’Enit prima della sua riorganizzazione […]. Proprio l’avvicinarsi dell’Expo avrebbe consigliato di immaginare una diversa strategia di gestione del portale […] per meglio comunicare la stessa Italia come destinazione turistica […] Continuo a ritenere che sia stato sbagliato prendere decisioni gestionali e legislative relative alla vetrina turistica dell’Italia senza un progetto operativo e una copertura economica certa e definita”.

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