I tedeschi ci ricascano: ecco il cartello delle auto

Accordi illeciti tra le grandi case automobilistiche della Germania: Daimler, Volkswagen, Bmw, Audi e Porsche. Rischiano 50 miliardi di multa

I tedeschi ci ricascano: a quasi due anni dal Dieselgate, ecco un nuovo scandalo per il settore delle auto in Germania, con le grandi case automobilistiche tedesche riunite in un cartello illecito. A quasi due anni dall’anniversario del Dieselgate – con le vendite di Volkswagen che volano e i conti del gruppo, nonostante la pesante ferita, ancora in salute – il settore automobilistico di Berlino rischia un altro pesante scossone.

COSA C’E’ DIETRO IL CARTELLO DELLE AUTO TEDESCHE

Gli accordi sotto la lente degli investigatori riguardano ancora i motori diesel e il controllo delle emissioni, ma anche la tecnologia dei veicoli, i costi, i fornitori e le strategie. Il sistema sarebbe nato negli anni ’90 e coinvolgerebbe circa 60 gruppi di lavoro delle grandi case tedesche. Ad autodenunciarsi, secondo Der Spiegel, sarebbero state Daimler e Volkswagen nella speranza di ottenere uno sconto sulla multa che potrebbe arrivare fino a 50 miliardi di dollari. (il 10% delle entrate). Le altre case coinvolte sono Bmw e le controllate di Volkswagen, Audi e Porsche.

Per Volkswagen si tratterebbe di un’altra mazzata da 22 miliardi dopo i 23 pagati per il Dieselgate, per Daimler circa 15. A spingere per la severità sono le associazioni dei consumatori che in Germania non hanno ottenuto risarcimenti per i proprietari di auto diesel coinvolte nello scandalo di due anni fa, a differenza degli Stati Uniti. «L’incertezza è grande e la vediamo anche negli ordini di vetture a gasolio», dice Matthias Müller, Ceo di Volkswagen, chiedendo regole chiare. «È tutta una macchinazione per montare uno scandalo contro il motore diesel», contrattacca Bmw.

Finora la multa più elevata dall’Antitrust Ue ha riguardato, nel 2016, il «cartello» dei produttori di camion: 3 miliardi a carico di Man (Gruppo Vw), Volvo-Renault, Daimler, Daf e Iveco.

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