Auto, il mercato cresce del 27,3%. Restano i dubbi per Federauto

I continuo aumento le immatricolazioni di auto nuove, per Promotor il clima di fiducia è tra i più alti rilevati in oltre 20 anni, ma l’associazione dei concessionari avverte: “Si tratta di risultati effetto delle nostro promozioni, non sostenibili nel medio periodo”

Il mercato dell’auto conferma il suo trend positivo. Dopo un 2015 in crescita del 15,8% e un gennaio a +17,4%, il mese di febbraio si è chiuso con 172.241 immatricolazioni di auto nuove, il 27,3% in più rispetto allo stessi mese del 2015. Il dato fa ben sperare per il futuro del settore. Il centro studi Promotor sottolinea risultati decisamente positivi non solo per le vendite, ma anche per l’affluenza di potenziali interessati all’acquisto nelle show room dei concessionari, per la raccolta di ordini e per le prospettive della domanda a tre-quattro mesi. Anche il clima di fiducia degli operatori auto, determinato da Promotor e passato da quota 51,1 di gennaio a quota 57,9 di febbraio, è tra i livelli più elevati dal 1993 a oggi.

I DUBBI DI FEDERAUTO. Bicchiere mezzo pieno per Federauto, che sorride per l’aumento dei fatturati, ma teme una domanda in calo nei prossimi mesi. “Dopo il bruciante start di gennaio, febbraio mostra l’effetto della forza dirompente delle offerte promozionali messe in campo da case e concessionari. Iniziative molto onerose non sostenibili nel medio periodo”, sottolinea Filippo Pavan Bernacchi, presidente di Federauto. “Erano molti anni che non registravamo un rialzo di questa portata, trainato soprattutto dall’esigenza non più rinviabile di sostituire veicoli obsoleti, costosi, inquinanti e pericolosi. Resta da capire se le iniziative commerciali di questi mesi stiano anticipando la domanda o se il trend si consoliderà nel corso dell’anno. Se fosse un anticipo di domanda l’incremento potrebbe riassorbirsi nel corso dell’anno per arrivare ad un +5/7% medio. Se si consoliderà rivedremo volentieri le nostre stime al rialzo. Ma su tutto incombe una situazione geopolitica di non facile lettura”.

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