Anche i duri cominciano a giocare

Le due ruote scaldano i motori elettrici

Finalmente qualcosa si muove, abbastanza in silenzio – è proprio il caso di dirlo – ma si muove e si può toccare anche sul fronte delle due ruote a basso impatto. Le chiavi per comprendere meglio lo sviluppo di questo settore sono a nostro avviso tre: il coinvolgimento delle grandi case motociclistiche, la definizione degli ambiti di utilizzo e un’estetica non più vincolata ai soli elementi tecnici. I problemi da risolvere, invece, restano gli stessi di sempre: l’autonomia di marcia, i tempi di ricarica, le prestazioni e la diffidenza del consumatore italiano. Per fortuna le grandi aziende sono scese in campo. Bmw, Yamaha, Peugeot, Ktm e Honda affiancheranno a breve le piccole aziende che da anni sviluppano prodotti elettrici e faranno sentire tutto il peso dei loro marchi, della loro storia e, soprattutto, della loro capillare distribuzione e rete di assistenza. C’è chi è all’inizio dell’avventura come Bmw, di cui circolano le prime immagini di sviluppo per l’E-Scooter. Ancora “zebrato” lascia intuire poco delle sue linee ma l’intento è chiaro: con uno scatto da fermo paragonabile a un 600 cc, un’autonomia di 100 km e un tempo di ricarica di sole tre ore è perfetto per gli spostamenti nelle grandi e inquinate metropoli. Qualche passo in più l’ha fatto Honda che ha già prodotto una ventina di Honda EV e li sta facendo sperimentare alla municipalità di Barcellona. Anche altre case, vedi Piaggio, stanno adottando la strada delle flotte pubbliche prima di lanciarsi nel mercato vero e proprio. A questo proposito non possiamo non ricordare l’azienda padovana Oxygen, leader del settore, che ha visto la sua ultima novità – il CargoScooter – adottata dalle Poste Svizzere. Molto più economici i primi due scooter elettrici distribuiti sul mercato da Yamaha e Peugeot. Costano, infatti, 2.390 euro il primo e 4 mila il secondo. L’austriaca Ktm fa vedere come un altro terreno dove l’elettrico interessa molto è il fuoristrada. Immersi nella natura, il silenzio dei motori elettrici è meraviglioso. Con le ruote tassellate e il terreno ripido e sconnesso la potenza massima passa in secondo piano rispetto alla coppia e alla regolarità d’erogazione che sono i punti di forza dei propulsori elettrici. La Freeride Ktm si propone come regina del segmento e dovrebbe uscire il prossimo anno a un prezzo attorno ai 10 mila e con prestazioni paragonabili a un 125 2T. Nota dolente, all’orizzonte non c’è nessuna tourer elettrica e non la si vedrà ancora per molti anni. Tuttavia gli investimenti crescono, i nomi dei produttori si moltiplicano e la visibilità è schizzata alle stelle. Basti pensare che a Laguna Seca, ad affiancare i bolidi della MotoGp non c’erano la Moto2 e la 125 ma il Campionato TTX GP nel quale si sfidano i prototipi a emissioni zero più veloci del pianeta. Lo spettacolo non ha deluso: nonostante i pronostici la favorita MotoCzysz ha ceduto il passo a Steve Rapp e alla sua MissionR, che è stupenda anche da ferma; e questa è l’altra importante svolta del settore. Una tecnologia meno avanzata obbligava, fino a pochissimo tempo fa, ad adattare l’estetica alle componenti tecniche. Oggi i passi in avanti fatti permettono di avvicinarsi ai design armonici e familiari delle moto termiche. Accanto alla costosa Mavizen, che ha utilizzato una Ktm RC8, merita di essere citata per la ricerca estetica la Brammo. Partita con dei progetti discutibili, ha sfornato per il 2011 la Empulse. Nuda, accattivante, piacevole da guidare e allineata ai prezzi delle moto tradizionali: aspettiamo l’importazione in Italia.

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