A Intesa San Paolo piace il cinema

Prima le partecipazioni con fondi equità in Cattleya e Lux Vide, poi l’operazione PerFiducia, ora la coproduzione del film di Paolo Sorrentino. Per il gruppo bancario quella della “settima arte” è un’un industria da seguire. A patto che ci siano i crediti di imposta

Il mondo bancario e della finanza ha sempre guardato con una certa diffidenza il mondo del cinema. L’industria di celluloide, infatti, in Italia è un mercato di piccole dimensioni, costituito da imprese giudicate non troppo solide e che punta su un prodotto, il film, che a priori non può dare mai una garanzia di successo e quindi la certezza di recuperare e guadagnare rispetto agli investimenti. Negli ultimi anni, però, i due mondi, quello finanziario e quello cinematografico si sono riavvicinati, complice anche una maggiore solidità e professionalità delle imprese di produzione italiana. Un esempio concreto di questo riavvicinamento lo sta dando Intesa San Paolo; per la prima volta nella storia cinematografica una banca investe direttamente nella produzione di un film: si tratta di This Must Be the Place di Paolo Sorrentino che potrebbe essere pronto per il prossimo festival di Cannes a maggio. Il progetto del regista napoletano è a forte vocazione internazionale; si tratta di una coproduzione da 28 milioni di dollari che vede coinvolti tre Paesi come Italia (Indigo Film, Lucky Red e Medusa), Irlanda e Francia e può contare su una star come Sean Penn come protagonista. Anche Intesa San Paolo partecipa con un intervento di 2,5 milioni di euro realizzato approfittando degli incentivi fiscali – leggi credito di imposta – in vigore in Italia. E proprio ieri a Roma, nell’ambito di The Business Street, il mercato cinematografico del festival capitolino, il gruppo bancario ha spiegato le ragioni di questo suo intervento. Massimiliano Boschini, della divisione merchant banking di Intesa San Paolo ha prima di tutto ricordato che il gruppo è attento al mondo del cinema come dimostra “il progetto di cortometraggi PerFiducia, tentativo della banca in un momento di crisi di utilizzare il cinema per veicolare i valori di fiducia e senso del dovere“. Intesa San Paolo è anche main sponsor del Torino Film Festival mentre nell’ambito della divisione merchant banking è presente anche la componente di private equity “con le partecipazioni nelle società di produzione Cattleya e Lux vide; dimostrazione che investiamo nel capitale di rischio delle aziende supportando progetti seri in cui crediamo“. L‘operazione Sorrentino” parte quindi da lontano e un ruolo importante lo ha avuto la possibilità di poter usufruire del credito di imposta. Specifica Massimiliano Boschini: “Eravamo pronti a cogliere le opportunità del tax credit; lo stavano analizzando già prima che entrasse in vigore per capire come avremmo potuto utilizzarlo. Il film di Sorrentino è un progetto che ci ha convito; un film da 28 milioni di dollari che vede coinvolti tre importanti soggetti italiani e una star come Sean Penn. Noi abbiamo sottoscritto un contratto di partecipazione produttiva del valore di 2,5 milioni di euro che abbiamo pagato in diverse tranche già interamente versate durante la lavorazione del film; nel corso del 2011 ne ricaveremo un credito di imposta pari al 40% dell‘investimento. Riteniamo che ci siano le condizioni per il recupero del restante 60% dell’investimento e anche di poter realizzare utili“. Ma Intesa San Paolo investe nei media anche grazie a Mediocredito, la banca del gruppo che supporta le piccole e medie imprese. All’interno di Mediocredito da due anni è attiva la divisione Media; in soli 24 mesi la divisone ha ricevuto richieste dalle imprese per interventi pari a 250 milioni di euro di cui 117 milioni erogati. Tra le case di produzione sostenute anche quelle che hanno realizzato Le quattro volte, il film di Michelangelo Frammartino visto a Cannes e che è stato venduto in oltre 40 mercati.

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