Laura Gervasoni: Dal sogno alla realtà

Laura Gervasoni, Direttore generale Patek Philippe ItaliaLaura Gervasoni, Direttore generale Patek Philippe Italia

Questa intervista a Laura Gervasoni, Direttore generale Patek Philippe Italia, è parte di Manager: è più importante la passione o la competenza?


Ritengo che all’inizio, quando si è giovani, si debba cercare di seguire la propria passione, dopodiché – con il passare del tempo – è possibile che ci si debba scontrare con la realtà. È un dato di fatto che non tutti, anche quando molto dotati, riescano a “sfondare” nel campo che più li appassiona. Basti pensare, per fare un esempio, quanti aspiranti cantanti, benché abbiano una bellissima voce, non riescano a realizzarsi in questo campo. Insomma, credo che sia importante darsi una possibilità, ma anche, a un certo punto, essere pragmatici e, se non si è riusciti a trasformare il proprio sogno in realtà, accettare quanto il mondo lavorativo off re e fare del proprio meglio.

Impegnarsi e dare il massimo cambia radicalmente l’approccio al lavoro: non dico che lo trasformi in una passione, ma permette di trovarvi gratificazione e renderlo più gradevole. Forse sarà un retaggio della mia generazione, ma concordo con il vecchio adagio per cui «chi si accontenta gode». Bisogna essere realisti e sfruttare al meglio le opportunità che la vita ci presenta, senza vivere insoddisfatti nell’eterna ricerca di ciò che non riusciamo a ottenere.

Purtroppo, spesso non è solo questione di impegno e capacità, ma occorre anche un pizzico di fortuna e, aggiungerei, di umiltà e rispetto per i colleghi. Perché puoi essere il più bravo del mondo nel tuo campo ma, se sei carente nelle relazioni con gli altri e nel lavoro di equipe, inevitabilmente questo ti penalizzerà. Bisogna sempre pensare che non si lavora mai da soli.

In parte, tutta questa frustrazione nel non trovare il lavoro dei sogni è colpa di noi genitori che riversiamo aspettative altissime sui nostri fi gli, spesso legate anche a quelle che sono o erano le nostre ambizioni. La verità è che in questo modo finisce che nove persone su dieci rimangono deluse. Bisogna invece pensare che, in ogni ambito o occupazione, chi lavora sodo, dimostra di dare il massimo e continua a migliorarsi ha l’opportunità di crescere e ottenere soddisfazioni professionali.

Poi, certo, se ripenso alla Laura Gervasoni ragazzina, mi rendo conto che avevo forse troppe poche ambizioni. Sognavo di farmi una famiglia e trovare un buon lavoro, ma non avevo tante pretese, mi accontentavo un po’ troppo di quanto il mondo del lavoro mi off riva. È stato per una serie di casualità se a un certo punto sono entrata in una società che mi ha fatto conoscere Patek Philippe e, quindi, mi ha permesso di entrare in questa azienda. Ecco perché dico che bisogna anche avere la fortuna di trovarsi nel posto giusto al momento giusto.

Dopodiché torniamo comunque alla necessità di impegnarsi al massimo, mettersi in gioco ogni giorno per migliorarsi, senza sedersi sugli allori una volta raggiunto il proprio lavoro ideale. Altrimenti le aziende mica ti tengono… Infine, credo che per riuscire a lavorare bene sia importante trovarsi in un ambiente sano, stimolante, ma non troppo stressante. Una realtà troppo competitiva fi nisce per paralizzare più che spingere a dare il massimo. Meglio un ambiente più tranquillo, dove ci si sente liberi di esprimersi, anche a costo di sbagliare.

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