Connettività intelligente, Italia è 27esima al mondo

Intelligenza artificiale e smart connectivity possono favorire la crescita economica e il Pil di un Paese. Ma non sono ancora abbastanza diffuse

La connettività intelligente guidata dall’intelligenza artificiale può effettivamente fare la differenza per un Paese in termini di aumento del Pil. La conferma arriva dalla ricerca Huawei Global Connectivity Index (GCI) 2019, da cui emerge che computer e robot sono, insieme a banda larga, cloud e IoT, fra gli elementi che possono favorire la smart connectivity e catalizzare la crescita economica. Secondo il report, gli Stati che hanno un punteggio GCI superiore a 65 e che hanno realizzato investimenti continui in connettività intelligente, possono prevedere un aumento del PIL di oltre l’1%. E quelli con punteggi GCI ancora più alti possono sfruttare l’intelligenza artificiale per accelerare la crescita economica fino a 2,4 volte più velocemente. Quando sfruttata dai vari settori, imprese e organizzazioni, infatti, questa tecnologia può rappresentare un motore potentissimo. Eppure, l’enorme potenziale dell’IA non è ancora sfruttato appieno, nemmeno in Paesi come Stati Uniti e Giappone. In particolare, ad andare a rilento su questo fronte sono Cina, Malesia, India, Spagna e Filippine. E l’Italia? È tra i Paesi classificati come “adopters”: con 57 punti, conquista il 27esimo posto (su 79) nel GCI 2019, guadagnando una posizione rispetto al 2018. Fra i nostri punti di forza ci sono l’alto tasso di utilizzo della telefonia mobile, l’interesse per il cloud computing e la domanda negli e-commerce.

La soluzione per far crescere l’intelligenza artificiale è una sola: collaborare a livello globale. Per prosperare, infatti, la connettività intelligente deve basarsi su ecosistemi globali, in cui decision makers, data scientist, data collectors, aziende ICT e utenti finali dialogano costantemente fra di loro.

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