Gdpr, il regolamento sulla privacy compie un anno. Il bilancio è positivo

In aumento reclami, contatti e notifiche di data breach. Ma fra poco scade il periodo di moratoria, per cui potrebbe crescere il ritmo delle verifiche

È già trascorso un anno dall’entrata in vigore di quello che l’Autorità Garante ha definito come “la prima e più importante risposta che il diritto abbia espresso nei confronti della rivoluzione digitale”, ossia il Regolamento 679/2016, conosciuto da tutti con la sigla Gdpr. In occasione di questo importante anniversario, che cade esattamente il 25 maggio, gli esperti hanno fatto un primo bilancio, concludendo che al momento la situazione appare positiva. Stando ai dati pubblicati dall’Autorità stessa, infatti, dal 31 maggio 2018 al 31 marzo 2019 ci sono stati ben 7.219 reclami e 946 notifiche di data breach. Oltretutto, i dati sono cresciuti in modo progressivo, aumentando nel tempo: basti pensare che 641 notifiche di data breach sono state registrate solo negli ultimi sei mesi. Ma non è finita qui. Nel periodo considerato, l’Ufficio relazioni del Garante ha avuto 18.557 contatti e ha fornito oltre 48.591 comunicazioni dei dati di contatto dei Responsabili Protezione Dati.

Il Gdpr è ormai un fattore reputazionale e culturale

Del resto, il tema del trattamento dei dati personali, che è legato a doppio filo a quello della garanzia di libertà delle persone fisiche nella società dell’informazione, è diventato ormai centrale per le aziende: si tratta di un fattore reputazionale e culturale e di un indice di sviluppo per modelli di business efficienti. Non deve stupire, dunque, se il primo anno del Gdpr è stato positivo. Anche sul fronte internazionale. Dopo Argentina, Australia, Canada, Israele, Nuova Zelanda, Svizzera e Uruguay, anche il Giappone è divenuto un Paese in regime di adeguatezza, ossia uno Stato verso cui il trasferimento transfrontaliero è libero e assistito da automatiche garanzie di sicurezza.A breve, però, scatteranno le prossime due scadenze che potrebbero trasformare il quadro. La prima riguarda il possibile aumento dei controlli da parte delle autorità competenti sul rispetto della normativa da parte delle società italiane, per cui si attende la relativa giurisprudenza. La seconda riguarda il termine per la presentazione delle candidature a componente del Collegio del Garante per la Protezione dei Dati Personali, in vista della conclusione del mandato settennale dell’Autorità Garante attualmente in carica, presieduta da Antonello Soro.

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