Premio Strega 2014, Catozzella primo della cinquina

Il vincitore del premio Giovani, autore di “Non dirmi che hai paura” tra i finalisti. In lizza anche Antonio Scurati, Francesco Piccolo, Francesco Pecoraro e Antonella Cilento

Dopo aver sbaragliato la concorrenza ed essersi aggiudicato la prima edizione del Premio Giovani, Giuseppe Catozzella è alla testa della cinquina del Premio Strega 2014. Per il giovane autore del romanzo Non dirmi che hai paura (edito da Feltrinelli) ben 57 voti. Staccato di soli due voti, in seconda posizione Antonio Scurati. L’autore de Il padre infedele (edito da Bompiani) tenterà la rivincita dopo aver perso, per un solo voto, il premio poi andato a Tiziano Scarpa con Stabat mater.

Terzo Francesco Piccolo che, con Il desiderio di essere come tutti, edito da Einaudi, ha ottenuto 53 voti. Chiudono la cinquina con 49 voti Francesco Pecoraro con La vita in tempo di pace, edito da Ponte alle Grazie, e Antonella Cilento con Lisario o il piacere infinito delle donne, edito da Mondadori, con 46 voti.

Tra i cinque il prossimo Premio Strega. L’appuntamento è fissato per il prossimo 3 luglio, come di consueto, nella splendida cornice del Ninfeo di Villa Giulia.

Non dirmi che hai paura

Samia è una ragazzina di Mogadishu. Ha la corsa nel sangue. Divide i suoi sogni con Ali, che è amico del cuore, confidente, e primo allenatore appassionato. Mentre intorno la Somalia è sempre più preda dell’irrigidimento politico e religioso, mentre le armi parlano sempre più forte la lingua della sopraffazione, Samia guarda lontano, e avverte nelle sue gambe magre e velocissime un destino di riscatto per il paese martoriato e per le donne somale. Gli allenamenti notturni nello stadio deserto e le prime affermazioni la candidano alle Olimpiadi di Pechino dove non vince ma si fa notare. Il suo vero appuntamento sarà quello di Londra. Ma tutto diventa difficile. Corre chiusa dentro il burka, il padre viene ammazzato al mercato di Bankara, la sorella decide di fuggire in Europa, Ali entra nel gruppo dei terroristi. È tempo di andarsene. Allenarsi ad Addis Abeba e farsi candidare per Londra. Purtroppo il comitato olimpico di Mogadishu non fa arrivare i documenti necessari e Samia si riscopre clandestina. Sola, decide per il viaggio, il terribile viaggio dei migranti dall’Etiopia al Sudan, e attraverso il Sahara verso la Libia per poi arrivare via mare in Italia. Sono mesi di umiliazioni, di vessazioni, di pura devastante corporeità. Quando sale sulla barca per Lampedusa, Samia è il sogno di se stessa, e l’acqua azzurra della libertà la inghiotte per sempre.

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