Ibm investe in Italia: 50 mln per un nuovo cloud data center

L’azienda statunitense punta sulla crescita dell’economia italiana attraverso l’innovazione. La nuova struttura, basata su infrastruttura SoftLayer, rivolta a ogni tipo di organizzazione, start up comprese

Undicimila server e una potenza di 2,8 megawatt, ma soprattutto un investimento da 50 milioni di euro nel nostro Paese. Sono i numeri del nuovo cloud data center appena inaugurato da Ibm a Milano, parte di un network mondiale di oltre 40 strutture gemelle per il quale la società statunitense ha investito ben 1,2 miliardi di dollari nel 2014. “Torniamo a investire in Italia, dove siamo presenti da 90 anni”, ha dichiarato in occasione dell’inaugurazione Nicola Ciniero, presidente e a.d. di Ibm Italia. “Il data center – ha aggiunto – rappresenta l’investimento finanziario e tecnologico di una multinazionale che ha fiducia nelle potenzialità del Paese e che vuole favorire l’aggregazione di un intero ecosistema di cui l’innovazione ha bisogno”. Con il nuovo data center – che sorge sul territorio di Cornaredo e Settimo Milanese – Ibm punta a sostenere l’innovazione italiana offrendo al suo tessuto economico un modello di utilizzo della tecnologia in linea con le esigenze dell’era digitale. Anche in Italia è arrivato il momento di puntare sulle potenzialità offerte dal cloud; secondo l’Osservatorio Cloud & Ict As a Service del Politecnico di Milano, il 2014 ha registrato una crescita del 31% rispetto ai 12 mesi precedenti con una spesa totale di oltre 1,18 miliardi di euro. Sul tavolo di chi decide, la questione non è più se ricorrervi ma con quali modalità farlo.

SERVER PER TUTTI, ANCHE PER START UP. Basato su SotfLayer, l’infrastruttura cloud di riferimento della multinazionale americana, il data center è stato costruito per sostenere l’evoluzione verso il cloud ibrido, la soluzione del futuro per Big Blue, come spiegato da Maurizio Ragusa, Cloud Director di Ibm Italia. “La formula ibrida permette alle aziende pubbliche e private di proteggere gli investimenti pregressi, continuando a gestire le proprie infrastrutture in integrazione con quanto ormai nasce nel cloud. Proprio come si trattasse di un unico ambiente, da cui ottenere flessibilità di utilizzo rispettando sicurezza e qualità del servizio. Grazie al cloud Softlayer – ha aggiungto Ragusa – le organizzazioni avranno accesso a un’ampia rete di data center, un vero e proprio campus globale ramificato in tutti i continenti e interconnesso a 40 Gbps. Se poi si tiene conto che su SoftLayer girano piattaforme di sviluppo come Bluemix, e che queste offrono a startup e partner la possibilità di creare applicazioni senza preoccuparsi di tutto il resto, si capisce perché il nuovo data center sia considerato come uno strumento utile al capitale intellettuale di questo Paese. Un aspetto, non da poco, che ci rende particolarmente orgogliosi”.

IBM E IL CLOUD. Dei 7534 brevetti depositati da Ibm nel 2014 ben 1.560 sono dedicati ai servizi cloud. Solo nel 2015 l’azienda ha investito ben 4 miliardi di dollari nelle aree strategiche che, oltre al cloud, comprendono analytics, mobile, social e sicurezza. Alla piattaforma cloud di Ibm si affidano 30 mila clienti in tutto il mondo, comprese 47 delle aziende al vertice della classifica Fortune 500.

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