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Lifestyle

Turismo in buca

L’ultimo International Golf Travel Market, tenutosi per la prima volta in Italia, ha confermato le potenzialità di business del connubio tra green e viaggi. Che il nostro paese sta finalmente iniziando a sfruttare

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È sicuramente questo l’auspicio che ha accomunato chi ha organizzato, chi ha investito e chi ha partecipato all’International Golf Travel Market 2014, l’evento mondiale più importante per quanto riguarda il turismo golfistico, tenutosi per la prima volta in Italia: che sia la volta buona, cioè, che anche l’Italia decida di cambiare passo e di andare a cogliere le tante opportunità che il golf unito al turismo è in grado di esprimere. Nella cornice di Villa Erba a Cernobbio, suggestiva e al tempo stesso evocativa proprio del potenziale turistico nel nostro Paese, si sono dati appuntamento gli operatori di tutto il mondo per l’ormai tradizionale evento dell’Igtm in cui, per usare un’espressione un po’ forte, il business va in buca. In realtà, un’affermazione di questo tipo risulta forse un po’ azzardata solo se si guarda al nostro perimetro italico in quanto, buttando invece lo sguardo oltreconfine, la situazione è realmente questa: il golf è, rimane e diventa sempre più una eccellente occasione di sviluppo e di business, appunto. Almeno, evidentemente, per chi cerca e vuole sfruttare le opportunità che porta con sé.

PARTIAMO DAI NUMERI Basta dare un po’ di numeri per capire perché il golf è un business. Un primo dato significativo è il numero di giocatori, che nel mondo si aggira sui 65/70 milioni; è poi utile ricordare che il golfista turista esprime una spesa media giornaliera che è quasi il doppio di quella di un non golfista e che si contano circa 25 milioni di viaggi nell’ambito del turismo golfistico per un valore, a livello mondiale, di oltre 12 miliardi di euro. Un altro spunto viene proprio dall’Igtm che, in occasione dell’edizione di Villa Erba, ha battuto tutti i record con oltre 1.400 partecipanti in rappresentanza di più di 500 espositori (circoli, resort, hotel, agenzie di incoming, linee aeree) provenienti da 66 Paesi e dei 360 tour operator specializzati nel turismo golfistico per un totale di oltre 17 mila appuntamenti finalizzati ad accordi o progetti di networking e business golfistico turistico (100 gli inviati della stampa internazionale specializzata). Un business che ha ripreso la sua marcia esprimendo una crescita dell’11,1% nelle vendite globali dei tour operator nel 2013 e del 21,4% nel biennio 2012-2013. Un segnale importante, che i protagonisti del settore dovrebbero saper sfruttare con le giuste scelte strategiche, per rendere stabile la ripresa, e confermare trend e aspettative positive per il 2015.

VISTI DALL’ESTERO

UN NUOVO PUNTO DI VISTA È questo, ormai in modo e misura indiscutibili, il concetto portante di qualsiasi progetto che punti a enfatizzare le potenzialità del golf in prospettiva turistica. E se questo è certamente valido pensando al mercato internazionale, lo è altrettanto se il target cui ci si rivolge sono anche “solo” i giocatori italiani. Questo sport è in continua evoluzione, sia dal punto di vista dell’approccio stesso al gioco sia della “composizione” di chi lo pratica. Se per alcuni deve mantenere le caratteristiche di esclusività che, in un passato ormai sempre più lontano, ne rappresentavano alcune delle peculiarità, per molti altri il golf sta invece cercando e, in un certo senso, chiedendo di proporsi in un modo più aperto: da un lato, è indubbia la maggiore presenza di giovani e, dato divulgato proprio nei giorni dell’Igtm, di donne tra i praticanti (con tutto ciò che in termini di stile, gusto e attitudine queste due componenti generano); dall’altro, è altrettanto significativa la richiesta di poter conoscere campi diversi e, quando possibile, anche le località che li accolgono. Senza addentrarci nel tema delle formule di associazione, membership, pay and play che, comunque, sono strettamente connesse alla mobilità dei giocatori, è indubbio che per favorire quest’ultima sia determinante poter offrire più opzioni di gioco all’interno del periodo che il golfista turista ha deciso di concedersi, sia esso il solo week end o un arco temporale più ampio. Più percorsi a disposizione comodamente collegati per semplificare i trasferimenti costituiscono la chiave per attirare chi deve scegliere la prossima meta. E l’Italia, da questo punto di vista, inizia a pensare anche in termini di golf destination.

QUALCOSA SI MUOVE… Abbiamo parlato, nei mesi scorsi, di diverse iniziative in Puglia, Sicilia o sul Lago di Garda – non sempre supportate dalle istituzioni ma spinte più che altro da qualche presidente di circolo più illuminato o intraprendente – che hanno saputo dare inizio a percorsi di sviluppo nella logica di meta golfistica allargata, in cui territorio, cultura, tradizione, arte ed enogastronomia compongono un mix che poche altre location nel mondo possono esprimere. In occasione dell’Igtm, a fianco degli stand di Scozia, Irlanda, Galles, Inghilterra ma anche di Turchia, Tailandia, Marocco, Indonesia, Tunisia, Usa, Francia, Dubai, Repubblica Dominicana, Spagna, Bulgaria e chi più ne ha più ne metta, abbiamo finalmente visto “l’Italia golfistica”. È stato molto interessante cogliere la presenza del Lake Como come distretto (non solo ospite della manifestazione ma anche destinazione di grande livello grazie agli splendidi campi che vi si trovano e per le tante attrazioni dell’area in cui è incastonato), unitamente a quella di alcune Regioni italiane che si sono proposte come contenitori integrati e in un certo senso “sinergici” per l’offerta golfistica: la Lombardia, il Veneto, la Toscana, l’Emilia Romagna, la Sicilia, il Piemonte, il Lazio e il Golf District Roma, la Liguria, il Friuli Venezia Giulia, la Puglia. Il tutto sotto la regia del programma Italy Golf & More che da qualche anno punta a valorizzare il movimento in ottica turistica, soprattutto a livello internazionale. La “normalità” che si percepisce quando si guarda ai Paesi esteri che presentano le singole componenti (regioni, distretti, consorzi e campi) ma anche l’unicità della loro proposta, capace quindi di trasmettere senso di compattezza e forza di attrazione tipiche di un “sistema golfistico”, si inizia a intravedere anche per quanto riguarda l’offerta del nostro Paese.

…ANCHE IN POLITICA Nell’ottica di sfruttare in modo sistemico il potenziale del golf, come più volte sottolineato dai presidenti di circolo italiani, una chance di sviluppo del nostro movimento è imprescindibilmente connessa al rapporto che si instaura con le amministrazioni pubbliche, locali e centrali, e alla collaborazione, non solo economico-finanziaria, che da queste si può ottenere. In proposito, è atto per certi aspetti piuttosto insolito ma altrettanto significativo ascoltare proprio da parte dei rappresentanti delle istituzioni (l’assessore per il Turismo, il commercio ed il terziario della Regione Lombardia e il presidente della Provincia di Como), in occasione dei loro interventi all’Igtm, parole di grande ed esplicito supporto al golf come motore di sviluppo e di deciso apprezzamento per i programmi e gli investimenti che, per esempio, la Lombardia ha deciso di intraprendere. Fino ad arrivare a citare Expo 2015 come un’ulteriore occasione per trainare l’interesse dei visitatori (golfisti) che, proprio nel mese di chiusura dell’evento, potranno sfruttare l’occasione di gustarsi l’Open d’Italia al Golf Club Milano, a Monza. Segnali che fanno ben sperare. Che sia la volta buona!

IL SETTORE IN CIFRE

65/70 MILIONI Numero indicativo di giocatori di golf in tutto il mondo

25 MILIONI I viaggi medi annuali nell’ambito del turismo golfistico

12 MILIARDI Spesa annuale, a livello globale, del turismo legato al green

11,1 PER CENTO Crescita delle vendite mondiali dei tour operator nel 2013

21,4 PER CENTO Incremento delle vendite globali dei tour operator nel biennio 2012-2013

1400 PARTECIPANTI All’Igtm, principale evento del settore, tenutosi in Italia, a Villa Erba (Co)

500 ESPOSITORI Presenti all’Igtm (provenienti da 66 Paesi) oltre 360 tour operator specializzati