Su cosa investire nel 2018: consigli anti-panico per un investitore

Beni rifugio, azioni e obbligazioni, monete virtuali e mattone. Per i risparmiatori la scelta è sempre più vasta e orientarsi non è facile

Alzi la mano chi ha le idee chiare su cosa investire nel 2018. Chi ha piccoli o grandi capitali da far fruttare ha poche certezze ma quelle poche sono inscalfibili: tenerli in banca non serve. Titoli di Stato e buoni postali offrono tassi di interesse poco più alti ma comunque affetti da nanismo. Che fare allora? Buttarsi sul mattone? Buona idea, forse.

Su cosa investire: la prima domanda da farsi

La prima cosa da fare è analizzare il proprio capitale a disposizione: a quanto ammonta? È il gruzzolo messo da parte per uno scopo in particolare, magari come scialuppa di salvataggio in tempi difficili? Un conto, infatti, è investire i risparmi di una vita, un altro è impegnare una porzione delle proprie risorse per aumentare il capitale. Nel primo caso, la propensione al rischio dovrebbe necessariamente bassa, mentre nel secondo si può azzardare di più.

In questo caso, si potrebbe addirittura puntare sul mercato azionario, più volatile ma anche potenzialmente più generoso, quando le cose vanno bene, rispetto a quello obbligazionario. Il consiglio è di seguire con attenzione il mercato hi-tech. Con la quarta rivoluzione industriale in corso, giganti come Google, Apple, Oracle, Ibm….stanno effettuando acquisizioni di piccole società semisconosciute ma ad alto valore strategico e tecnologico.

Inutile dire che, nel caso in cui queste siano quotate, l’effetto in Borsa è di un robusto rialzo del valore dei loro titoli. Comprarli dopo non serve a nulla, se non a spendere di più. L’ideale sarebbe muoversi prima ma non sono molte le persone con una solida conoscenza del mercato high tech capaci di analizzare trend e fare previsioni su probabili operazioni di M&A. Ad ogni modo, le società in prima linea nella rivoluzione tecnologica 4.0 sono da tenere d’occhio.

Le criptovalute, l’ultima mania o l’ultima bolla?

Le criptovalute sono diventate l’oggetto del desiderio di molti investitori. Chi ha avuto la lungimiranza di investire sul bitcoin, comprandone quando una sua unità valeva circa 600 dollari, oggi ha molto da festeggiare. Comprare bitcoin oggi, però, è molto più rischioso, perché i margini di guadagno sono più ridotti, visto che è difficile ipotizzare che il suo valore possa continuare a mantenere il trend di crescita degli ultimi mesi. La bolla, perché di bolla si tratta, potrebbe scoppiare e quando accadrà si conteranno morti e feriti.

Però di monete virtuali ce ne sono centinaia e alcune di queste mantengono davvero la promessa dell’anonimato, a differenza del bitcoin che garantisce uno pseudoanonimato. Monete come Monero o Zcash non sono molto conosciute ma potrebbero riservare sorprese.

Il caro vecchio oro, vero bene rifugio

Se, come molti analisti sospettano e prevedono, scoppierà una nuova tempesta sui mercati finanziari, che da anni vivono un’euforia che non trova riscontro nell’economia reale, allora come al solito ci si butterà sull’oro, il bene rifugio per eccellenza. Il suo valore è ballerino ma, in caso di panico globale, il suo valore si impenna. Per chi può permetterselo, investire in oro, comprando lingotti, monete o titoli ad esso legati, può essere una buona strategia di diversificazione del rischio.

Il classico evergreen, il mattone

Per i meno tecnofili, il mattone resta un’ipotesi interessante, anche se il periodo d’oro sembra ormai tramontato per sempre. Chi compra una casa, difficilmente lo fa perché spera di rivenderla in pochi anni, guadagnandoci. Tasse, costi di manutenzione e inflazione erodono il valore dell’investimento. Cercando attentamente, però, è possibile trovare ancora qualche buon affare.

Il petrolio è un altro bene da non dimenticare. Negli ultimi anni il suo prezzo si è abbassato a causa del conflitto tra i grandi Paesi produttori del Medio Oriente e gli Stati Uniti, con i primi ansiosi di buttare fuori le società statunitensi dello shale oil. Tenere il prezzo basso è servito a mandare in bancarotta molte di queste. Quando la guerra sarà finita, però, è facile immaginare che il prezzo dell’oro nero tornerà a impennarsi.

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