T°Red e il coraggio della creatività

Nata da appena due anni, con una struttura da multinazionale e prodotti completamente diversi tra loro, ma uniti da un’unica filosofia. Così una start up piacentina prova a rivoluzionare la nostra vita, lavorando a cavallo tra design, tecnologia e ricerca

L’unico modo per difendere un’idea è concretizzarla. Forse anche per questo la start up piacentina T°Red può già vantare oltre dieci prodotti sul mercato, che vanno da una lampada da ufficio ai gioielli, dalle biciclette all’arredo urbano. Oggetti diversi tra loro, ma accomunati da un’unica ambizione: trasformare la materia in emozioni, realizzare prodotti utili, ma che facciano innamorare chi li osserva. Il valore aggiunto di T°Red è la capacità di osservare come vivono le persone, quello che manca alle città, alle case; da lì parte la progettazione, lo sviluppo e la produzione delle idee, che avviene con il supporto di partner come università, centri di ricerca e aziende di fama internazionale. «Non abbiamo la presunzione di saper fare tutto», ammette Romolo Stanco, tra i fondatori di T°Red, oggi presidente e Head of Design. «Ci sono realtà che hanno know how e possibilità dal punto di vista tecnico- operativo per noi difficili da eguagliare. Per questo abbiamo costruito su ogni prodotto una rete di relazioni molto strette con realtà italiane e non, con le quali dialoghiamo sin dall’origine del progetto».

Le vostre prime fonti di finanziamento?Un bando regionale dedicato alle start up innovative, con l’appoggio della banca locale Cariparma, ma ci ha aiutato anche il successo in un paio di concorsi a cui avevamo partecipato in fase di fondazione. Abbiamo così costituito un “salvadanaio” con il quale partire.

In Italia ci sono oltre 4 mila start up innovative. Cosa vi differenzia dalle altre?Non nascondo che mi dà quasi fastidio definirci una start up. Sì, lo siamo nel senso etimologico del termine: siamo partiti da soli due anni e non fatturiamo 3 milioni di euro. Abbiamo deciso di non affidarci ai venture capital, ma di crescere lentamente mantenendo una forte coerenza con il nostro lavoro. Molte start up innovative si orientano su settori vicini all’informatica, al mondo del software e dell’It, sono poche quelle di prodotto. Ecco, noi siamo una società di prodotto. Anzi, di prodotti. Un’altra cosa che ci differenzia dalle altre, che generalmente sono mono-prodotto.

Pensate di avere un business sostenibile nel lungo periodo?Sicuramente sì. Con il passare del tempo sarà ancora più facile far passare quello che per T°Red è una filosofia, un modo di lavorare. Poco tempo fa un ingegnere di Shimano mi ha detto che in Giappone saremmo compresi più facilmente. Lì un’azienda non deve necessariamente realizzare un prodotto, deve innanzitutto prendersi cura di qualcosa. In Italia – ed è stata una delle nostre difficoltà più grandi – non è facile far passare il concetto di un’azienda che ha una filosofia propria, ma tipologie di prodotto diverse. Nel nostro Paese chi produce sedie farà al massimo tavoli, ma non lavandini. T°Red, invece, può realizzare sia sedie che lavandini: nel nostro catalogo sono presenti lampade, biciclette, oggetti per l’arredo urbano… Se questo messaggio è difficile da far passare al mercato, credo sia abbastanza facile farlo comprendere al pubblico. Per questo abbiamo un nostro laboratorio aperto a Piacenza, realizziamo diversi temporary store e stiamo pensando di aprire una “farm” in una zona dal respiro internazionale, come il Lago di Garda. L’obiettivo è quello di portare le persone a confrontarsi da vicino con quello che facciamo, magari lavorando con noi in spazi di coworking. La filosofia di T°Red si racconta attraverso i nostri oggetti: il senso che sta dietro una bicicletta, un e-Qbo (vedi box) o una lampada è lo stesso, quello che cambia è la funzione.

Quanto è importante per voi il marchio made in Italy?Collaboriamo anche con grandi aziende straniere, come Philips e Shimano, non facciamo necessariamente del made in Italy una bandiera intorno alla quale garantire la qualità dei prodotti. Credo che il concetto che passa da T°Red sia quell’incrocio, molto italiano, tra creatività e capacità di risolvere i problemi, fortemente legato a uno spirito di ricerca e sperimentazione ma supportato anche da strumenti tecnologici che solamente la collaborazione con aziende di calibro internazionale può dare.

Tra i vostri prodotti ce n’è uno che le piace ricordare?Tra i più recenti, direi la lampada C7oled che, insieme a quella in legno liquido GreenLantern, è un po’ il manifesto di T°Red. Le passioni poi portano ad avvicinarti a progetti vicini al tuo modo di essere e mi affascina molto la nostra svolta nel settore cycling, con Bestianera e Aracnide, dove abbiamo portato tante novità, scardinando alcune certezze sulla produzione di biciclette degli ultimi dieci anni.

Un consiglio a chi vorrebbe lanciarsi in un’avventura simile alla vostra?Realizzare le proprie idee. Si può fare. Molto spesso mi trovo a dovermi confrontare con chi ha buone intuizioni, ma aspetta che altri vengano a metterci la “benzina”, che siano denaro o capacità imprenditoriali. In T°Red nessuno ha la stoffa dell’imprenditore: abbiamo dovuto trovare in noi un frammento di spirito imprenditoriale, di coraggio.

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