Smart working: in Italia cresce nelle grandi imprese, diminuisce nelle pmi

Nonostante il lieve calo (da 3 milioni 585 mila nel 2023 a 555 mila quest'anno) è prevista una crescita per il 2025

Smart Working, i dati del Polimi© Shutterstock

Lavorare da casa, lavorare in maniera intelligente e produttiva: se il Covid-19 ha lasciato qualcosa in eredità al mondo del lavoro è sicuramente lo smart working, che si evolve, cambia e si adatta alle nuove richieste mese dopo mese. La sua crescita però non è uniforme e non tutti sono ancora sicuri della sua “efficacia”: in Italia, per esempio, si registra una differenza tra ciò che succede nelle pmi e nelle grandi imprese.

Come attesta l’Osservatorio del Politecnico di Milano, nel corso del 2024 le iniziative di smart working nelle piccole e medie imprese si sono ridotte passando dal 56% al 53%. In queste realtà aziendali si è registrata una riduzione anche del numero di smart worker, con una cifra che si attesta a 520mila, contro i 570mila del 2023. Gli analisti dell’Osservatorio hanno rilevato, di contro, che nelle realtà di medie dimensioni il fenomeno è invece in aumento.

Decisa crescita, invece, per ciò che concerne le grandi imprese: il 96% di queste realtà (private) ha rafforzato le sue iniziative e il numero di lavoratori da remoto è cresciuto, passando a circa 1,9 milioni. Secondo quanto ha dichiarato al Sole 24 Ore Mariano Corso, responsabile scientifico del Polimi, queste variazioni e le differenze registrate sono attribuibili al fatto che il 2024 è stato «l’anno dell’evoluzione normativa che ha sancito la fine dell’obbligo dello smart working per i lavoratori fragili».

La fine di questo obbligo avrebbe, secondo i dati raccolti dall’Osservatorio, rafforzato la convinzione che lo smart working, più che un modello organizzativo sarebbe uno”strumento occasionale di conciliazione tra vita privata e lavorativa. È probabilmente anche per questo che il numero stimato di smart worker per quest’anno è di 3 milioni e 555mila, in lieve calo rispetto al 2023 (3 milioni 585mila).

E per il 2025? Teoricamente, l’Osservatorio stima una ripresa e una crescita, con una cifra che dovrebbe toccare 3 milioni e 750mila smart worker. Nonostante nel resto del mondo alcuni colossi (fra cui Amazon) stiano richiamando i lavoratori in sede, in Italia non sembra esserci una forte controtendenza. Nella pubblica amministrazione, per esempio, c’è una nuova apertura in corso: si sta discutendo tema anche nel rinnovo del contratto di lavoro e il sistema, negli ultimi anni, è stato fortemente incentivato.

In generale, comunque, i dati del Politecnico di Milano osservano che gli attuali modelli debbano evolversi e in qualche modo anche allargati anche per rendere il mercato del lavoro più attrattivo e inclusivo soprattutto per le donne, le madri, i padri e i caregiver.

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