Bombassei o Squinzi: ora Confindustria deve scegliere

Dal 2000 non si vedeva una sfida tanto combattuta per l’elezione a presidente. I membri della Giunta chiamati a votare per uno dei due candidati, due diverse visioni per la riorganizzazione dell’Associazione

Alberto Bombassei o Giorgio Squinzi, per Confindustria è arrivato il momento delle scelte. Oggi, giovedì 22 marzo, i 187 membri della Giunta degli industriali (ma potrebbero anche essere meno) designeranno ufficialmente, con voto segreto, il successore di Emma Marcegaglia. Una sfida a due, incerta come non si vedeva dai tempi dell’elezione di Antonio D’Amato che nel 2000 rovescio i pronostici riuscendo a sconfiggere l’uomo indicato da Fiat, Carlo Callieri (anche grazie all’appoggio di Silvio Berlusconi); nelle successive elezioni, infatti, Luca Cordero di Montezemolo e l’attuale presidente Marcegaglia hanno vinto con larga maggioranza. Saranno i ‘tre saggi’ della commissione di designazione, che per quaranta giorni hanno sondato il consenso del sistema di Confindustria e le aspettative degli industriali a presentare i due candidati alla Giunta che procederà al voto. La scelta non è semplice anche perché chiunque verrà eletto dovrà procedere a una profonda riorganizzazione dell’associazione. Bombassei, che sembra partire leggermente sfavorito rispetto a Squinzi, ha giocato d’anticipo presentando già a gennaio il suo programma, mentre il suo rivale – che ha comunque accennato al suo progetto per Confindustria – ha dichiarato di voler seguire la prassi che vedrà il presidente designato (quello votato oggi) presentare la propria squadra e il programma il prossimo 19 aprile. L’elezione formale ci sarà il 23 maggio, con il voto dell’assemblea privata; il giorno dopo Emma Marcegaglia, all’assemblea pubblica, passerà il testimone al nuovo leader.

++Aggiornamento: Giorgio Squinzi presidente designato++

Alberto Bombassei (classe 1940), patron della Brembo, è attualmente vicepresidente per relazioni industriali in Confindustria e avrebbe l’appoggio di personaggi di primo piano come Montezemolo (Ferrari), Bernabè (Telecom) Della Valle (Tod’s) e Scaroni (Eni). Ha incentrato la sua corsa alla presidenza sull’obiettivo di una “rifondazione” dell’associazione degli industriali, con un programma di netta discontinuità; come dimostra anche il sostegno ‘esterno’ arrivato da Sergio Marchionne, l’ad della Fiat, formalmente uscita da Confindustria da inizio 2012, dopo lo strappo dello scorso anno.

Giorgio Squinzi (1943), numero uno di Mapei ed ex presidente di Federchimica, è vice presidente di Confindustria per l’Europa, sarebbe sostenuto dal presidente di Unindustria (Roma più tre delle quattro province laziali) Aurelio Regina. E’ il candidato della “continuità nel cambiamento”, in sintonia con Emma Marcegaglia. Un moderato, che ha più volte sottolineato il valore del dialogo.

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Articolo aggiornato il 22 marzo 2012, alle ore 12.19

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