Lonely Planet: da 50 anni la guida più famosa al mondo

Mezzo secolo fa veniva pubblicata ‘Across Asia on the cheap’, la prima di una lunga serie di guide che avrebbero dato vita al “mito”

Lonely PlanetLa Lonely Planet inizialmente aveva la copertina gialla, solo in seguito è diventata rossa e blu come la conosciamo oggi© Getty Images

È passato ormai mezzo secolo da quando Tony Wheeler, un ex ingegnere della Chrysler, e sua moglie Maureen, si sono fermati in Australia dopo tre anni in giro per il mondo. Un viaggio che – quasi per gioco, di certo per sfida contro la società “borghese” dell’epoca e ancor di più per sete di avventura – lasciata la loro Londra in minivan li ha condotti prima in Afghanistan e poi, dopo una interminabile esplorazione dell’Asia, Downthere, in Australia appunto. A Sydney, nella città alla fine prescelta dalla coppia per una pausa da quel peregrinare, nell’ormai lontano 1973 pubblicano il primo di una lunga serie di libri di viaggi, che sarebbe diventato la “mitica” Lonely Planet, la serie di guide più famosa del pianeta.

La storia di Lonely Planet

Across Asia on the cheap – questo il titolo del volume d’esordio – è scritto in quello stile personale e a tratti scanzonato che aveva contraddistinto il cammino dei coniugi Wheeler, viaggiatori sempre, turisti mai. In poco tempo il libro diventa un best seller in Australia, in tre mesi vende 8 mila copie (un successo, per un prodotto di quel genere).

Tony e Maureen capiscono che forse la strada giusta l’hanno trovata: si mettono di nuovo al lavoro e redigono, pagina dopo pagina, South-East Asia on a Shoestring, che resta ancora oggi uno dei libri di maggior successo della serie della Lonely Planet. In poco, pochissimo tempo, quelli che erano nati come “appunti di un viaggio” on the road di una simpatica coppia di inglesi, diventano un punto di riferimento per i giovani viaggiatori in cerca di avventura sulla rotta che dall’Europa conduceva alla remota Australia. Parliamo di ragazzi, poco più che ventenni, che – con la loro Yellow Bible nello zaino (il volume inizialmente aveva la copertina gialla, solo dopo sarebbe diventata rossa e blu) – potevano impiegare mesi, se non anni, per compiere l’impresa, complice la scarsità di collegamenti aerei e gli alti costi dei trasporti.

Ritratto del 1972 di Tony Wheeler con la moglie Maureen a Exmouth, North West Cape, nell’Australia occidentale

Lonely Planet e il turismo esperienziale

Gli anni d’oro di questa forma di “turismo esperienziale”, in cui le guide venivano arricchite e persino corrette grazie alle nuove segnalazioni dei viaggiatori che scrivevano alla casa editrice presto fondata dai coniugi Wheeler in Australia (cui in breve si aggiungerà una sede anche a Londra), diventano decadi e alla fine degli anni Ottanta la Lonely Planet avrà in catalogo una settantina di titoli che dall’Asia spaziano ai vari Paesi europei e all’America.

Tony e Maureen Wheeler mantengono lo spirito degli inizi: continuano a viaggiare, a prendere appunti sui loro taccuini e a trasformare queste avventure in utilissime guide, anche grazie all’aiuto di un sempre più nutrito numero di collaboratori e autori esperti dei singoli luoghi. Tra le imprese più incredibili dell’epoca – lo racconta a Business People lo stesso Tony Wheeler – la pubblicazione, nel dicembre del 1991, della prima guida sull’Urss uscita paradossalmente mentre l’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche andava sgretolandosi. Fu una guida-lampo, subito rimpiazzata da una seconda edizione, ma fece la storia perché per la prima volta gli stessi cittadini russi avevano a diposizione un testo che raccontasse il loro sterminato e complesso Paese.

Il nuovo corso della casa editrice

Le Lonely, ancora per tutti gli anni Novanta e Duemila, sono presenti nelle librerie di chiunque: senza tradire del tutto lo spirito originario, con gli anni le collane si sono arricchite di titoli, toccando praticamente ogni punto del globo, e hanno cominciato a strizzare l’occhio anche a un turismo meno giovane e spartano, ossia quello dei backpackers per cui erano nate, includendo nella lista di hotel e ristoranti anche nominativi più costosi e talvolta persino di lusso.

Tradotte in moltissime lingue (in italiano sono pubblicate dalla casa editrice Edt di Torino), sono odiate per il loro spirito libertario dai regimi totalitari (in Myanmar sono considerate illegali e vengono boicottate): oggi le vediamo ben corredate da mappe tematiche, foto colorate e phrasesbook, frasari di viaggio che possono essere utili in Paesi dove l’inglese è poco parlato. Dal 2011 i coniugi Wheeler hanno ceduto il 75% del business alla BBC Worldwide (che ora lo detiene al 100%), tuttavia l’anima delle Lonely Planet è stata preservata: restano veri e propri “diari di bordo”, ricchi di dettagliate e pratiche informazioni, ma sempre rispettosi e attenti delle realtà del Paese visitato.

Gli autori delle Lonely Planet invitano ancora oggi a muoversi nel mondo indossando gli occhiali del viaggiatore curioso e mai quelli del turista distratto, con un quel pizzico di romanticismo che sta nel nome stesso di questa serie di fortunate guide, nato ricalcando l’espressione lonely hearts (cuori solitari), quasi a ricordarci che questi libri possono essere una chiave per fare amicizia con un Pianeta che, senza dei veri globetrotter, si sentirebbe davvero solo.

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