È l’ora dei manager italiani nel regno del lusso

Da Kering a Chanel, Les Echos fotografa il sorpasso dei dirigenti del nostro Paese nel cuore delle maison francesi

Manager italiani protagonisti nel nuovo lusso europeo© Shutterstock

L’arrivo di Luca de Meo alla guida del gruppo Kering è solo l’ultima conferma di un trend ormai consolidato: nel mondo del lusso europeo, la ricerca di manager si sta spostando dall’Île-de-France a Milano. A lanciare il segnale non è un osservatore qualunque, ma Les Echos, quotidiano francese di proprietà del gruppo Lvmh, che dedica all’argomento un’analisi ampia e, per certi versi, autocritica.

De Meo, ex Renault, laureato alla Bocconi, porta con sé un’impostazione tecnica, più industriale che creativa, che ben si adatta alla sfida più urgente per Kering: il rilancio di Gucci, cuore del gruppo in cerca di nuova linfa. Ma il suo incarico simboleggia qualcosa di più ampio: un’italianizzazione profonda del lusso europeo, che non si limita a Kering, ma tocca la stessa Lvmh, Chanel, Balmain e altri marchi storicamente francesi.

L’ascesa dei manager italiani nel gotha del lusso

Secondo Les Echos, il segnale è chiaro: le posizioni chiave delle grandi maison sono oggi sempre più occupate da manager italiani. In casa Kering, oltre a de Meo, si contano nomi come Stefano Cantino, ceo di Gucci, subentrato al francese Jean-François Palus; Pierpaolo Piccioli, ex Valentino, direttore creativo di Balenciaga; Francesca Bellettini, vice-ceo del gruppo Kering.

Ma il fenomeno va oltre: Simona Cattaneo è stata nominata alla guida della divisione Parfums & Beauté di Chanel, mentre Pietro Beccari, parmense, è da due anni Ceo di Louis Vuitton. In Dior, la vice di Delphine Arnault è Benedetta Petruzzo, anche lei con formazione Bocconi.

E ancora: alla guida di Balmain c’è Matteo Sgarbossa, e Riccardo Bellini, altro bocconiano, è stato scelto per dirigere Mayhoola, fondo qatariota azionista di Valentino, che potrebbe a sua volta entrare nel capitale di Kering.

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Il ruolo della milanese Bocconi e della nuova élite manageriale

A fare da motore a questa ascesa è anche un sistema formativo e consulenziale solido: Les Echos individua nell’Università Bocconi di Milano un vivaio di riferimento per la nuova generazione di manager del lusso. A ciò si aggiunge la spinta delle società di headhunting milanesi, che negli ultimi anni hanno contribuito a esportare talenti italiani in tutto il fashion system europeo.

Secondo il quotidiano francese, “gli uffici milanesi dei grandi studi di consulenza sono oggi i più performanti” e il loro impatto si riflette nel crescente numero di professionisti italiani in ruoli di comando.

Francia ancora strategica, ma con meno protagonismo

Pur riconoscendo il dinamismo italiano, Les Echos sottolinea che Parigi mantiene il ruolo di regia strategica. Ma è Milano il cuore pulsante della macchina. E manca ancora, secondo il giornale, una mossa decisiva: ad esempio l’acquisizione del 100% di Valentino da parte di Kering, che oggi ne possiede il 30%.

Un’eventuale entrata del fondo Mayhoola nel capitale del gruppo francese potrebbe ridisegnare ulteriormente l’equilibrio, diluendo anche l’identità storica francese del colosso.

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