I Big Tech promuovono l’intelligenza artificiale: “È magica”

Al World Economic Forum di Davos tiene banco il tema delle AI, con diverse grandi realtà (da Microsoft a IBM) tutte d'accordo sul fatto che siamo di fronte ad una rivoluzione

intelligenza artificiale Cdp Venture Capital

L’avvento dell’intelligenza artificiale e la maniera con la quale si sta imponendo nella Quarta rivoluzione industriale sono temi che stanno tenendo banco anche al World Economic Forum in corso a Davos. A prendersi la scena in questi giorni è soprattutto Sam Altam, Ceo di Open AI (casa madre di ChatGpt), al quale sono state aperte anche le porte della sala plenaria solitamente riservata a capi di Stato e di governo.

Come riportato dal Corriere della Sera, il clima attorno alle AI  è più che positivo che mai e sono soprattutto i Big Tech mondiali ad aspettarsi un deciso cambio di passo e investimenti nel settore. A Davos arrivano commenti entusiasti da parte di alcuni dei principali attori del mercato tecnologico, più che mai interessati alla rivoluzione portata avanti delle AI e concordi con i policy maker che sia necessario stabilire al più presto delle regole a riguardo – come d’altronde si sta affrettando a fare il Parlamento Europeo prima della scadenza del suo mandato.

“L’AI è magica” e il suo effetto nelle nostre vite ha portato ad un radicale cambio di paradigma. Ad affermarlo è Satya Nadella, da dieci anni CEO di Microsoft e tra i principali investitori di OpenAI. Un endorsement tutt’altro che solitario. Bill Gates stesso ritiene l’intelligenza artificiale “il maggior avanzamento per la produttività della nostra epoca” e anche Arvind Krishna, presidente e CEO di IBM, è drastico sul tema: “Le aziende che non abbracciano le AI potrebbero trovarsi senza un lavoro – ha detto – L’AI si muove dieci volte più velocemente di qualsiasi tecnologia del passato”. A novembre, la stessa IBM aveva suscitato clamore per la decisione di sospendere 7.800 assunzioni per ruoli che ritiene poter essere sostituiti dall’intelligenza artificiale in pochi anni.

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Tra i Big Tech a favore c’è anche Cristiano Amon di Qualcomm. Stando al Corriere, ritiene l’AI “come l’elettricità, una rivoluzione” che richiede “una cornice regolamentare, norme per la protezione della proprietà intellettuale e l’apertura degli eco-sistemi”. Qualche Stato su questo fronte si sta muovendo con maggior decisione: viene riportato che negli Emirati Arabi Uniti sia stato istituito già un ministero per l’intelligenza artificiale e che il tema sia diventato parte del programma scolastico già dalla giovane età. E dopo l’appuntamento di Davos, la presa delle AI sul mondo della tecnologica potrebbe farsi ancora più forte.

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