Audi: avanti tutta sull’auto elettrica

Il percorso verso la mobilità elettrica è ormai irreversibile, ma il cambiamento in corso per il mondo dell’automotive è ancora più ampio e complesso, come spiega Fabrizio Longo, Brand Director Italia della Casa dei quattro cerchi

Fabrizio-Longo-AudiBrand Director di Audi per l’Italia dal 2013, Fabrizio Longo ha alle spalle una lunga carriera nel campo dell’automotive. Dopo un esordio in Fiat Auto, ha lavorato in Aprilia, Toyota, Bmw e Hyundai Motor Company

L’intervista a Fabrizio Longo è parte dello speciale

I campioni della sostenibilità 2024 di Business People


La mobilità elettrica è davvero un processo irreversibile? E i giganteschi investimenti dei costruttori nelle tecnologie a emissioni zero sono giustificati fino in fondo? Sono le domande cruciali che si pone chiunque abbia a che fare, per lavoro o per pura passione, con il mondo dell’automobile e per capire quale sia realmente lo stato dell’arte del settore. Business People ha chiamato in causa Fabrizio Longo, il Brand Director Audi Italia.

Dall’automobile alla mobilità: negli ultimi anni il focus della ricerca ha compiuto un cambio di passo. I costruttori più visionari si misurano con architetti, ingegneri, sindaci, università e cittadini per intercettare soluzioni che possano cambiare i territori, le città, e favorire la coesistenza tra tutti i tipi di mezzi…
Un’auto che nasce connessa e altamente digitalizzata ed è, quindi, in grado di dialogare con le infrastrutture, può diventare una sorta di pennarello con cui ridisegnare l’intero ecosistema urbano. Da oltre dieci anni Audi organizza consessi in cui professionalità completamente diverse e lontane dal mondo dell’auto come architetti, urbanisti, sociologi e giuristi sviluppano nuovi scenari per migliorare sia la mobilità sia l’architettura delle città. Si tratta di un dialogo costante che consente di ascoltare punti di vista nuovi e sviluppare una visione d’insieme che trascenda il ruolo di produttore di auto per suggerire soluzioni concrete per il ridisegno urbano basato sulle nuove tecnologie a vantaggio della collettività.

Ha accennato a una vision a 360 gradi del sistema di mobilità. Ciò significa che un car maker come Audi è chiamato a confrontarsi ogni giorno più intensamente con la società e, al contempo, con quei mondi emergenti forieri di potenziali contaminazioni. Non c’è il rischio di vedere attenuata la propria identità?
Dal primo schizzo di matita al momento in cui una nuova auto mette le gomme su strada, un nuovo progetto deve esprimere coerenza rispetto a quanto l’azienda comunica all’esterno. Per Audi questo non si esaurisce nella sostituzione del motore endotermico con quello elettrico a emissioni zero locali, ma si estende al modo di produrre la nuova tecnologia. Che per noi non può prescindere dall’impatto sociale e ambientale, e ha l’obiettivo di azzerare le emissioni carboniche di tutti i nostri impianti entro due anni. Parallelamente, attingendo a fonti esogene come la medicina o la cibernetica, abbiamo sviluppato e sviluppiamo tecnologie che schiudono nuove opportunità nella gestione intelligente del tempo, nella relazione tra individuo e collettività e nell’estensione dei vantaggi dal singolo all’intera società. Già oggi, per esempio, le nostre vetture monitorano lo sguardo del guidatore per intervenire in caso di malore.

Audi-charging-hub-Zurigo_001

I pannelli solari dello stabilimento carbon neutral di Audi a Ingolstadt

La natura ci insegna che una metamorfosi può compiersi in poche ore oppure in decenni. A quale velocità il mondo automotive si sta adattando all’evoluzione tecnologica in corso?
Quando, circa dieci anni fa, abbiamo deciso di investire con grande determinazione nella transizione tecnologica, abbiamo scelto una direzione con estrema chiarezza considerando l’esposizione derivante dagli elevati costi e dal mancato ritorno nel medio termine. La tecnologia elettrica applicata all’auto è quella più efficiente e non intraprendere tale strada con convinzione si sarebbe tradotto in uno svantaggio tecnologico. L’Italia sta accusando un sensibile ritardo nell’adozione della nuova mobilità rispetto alla media europea, ma la trasformazione è inevitabile e la progressiva accessibilità sul fronte dell’offerta supporterà il mercato in questa direzione anche nel breve termine.

In questi ultimi anni le auto termiche, nonostante o per effetto della spada di Damocle del 2035, costano sempre di più. Sembra un mondo al contrario: non è l’auto elettrica che diminuisce i prezzi di acquisto, ma l’auto tradizionale che le si avvicina. Perché?
Per due motivi, uno contingente e l’altro strutturale. Partiamo dal primo: soprattutto negli ultimi tre anni il sensibile fenomeno inflattivo ha inciso duramente. Dal 2019 a oggi il prezzo dell’acciaio è aumentato di circa il 60%. E i costi legati alle filiere logistiche sono cresciuti fino al 50%. Tutti fattori che incidono sui listini delle auto, così come su quelli di pressoché tutti i settori merceologici. C’è poi un aspetto strutturale legato all’arricchimento delle vetture con nuove tecnologie legate alla sicurezza e all’infotainment. Un aspetto sicuramente rilevante per Audi, dove la tecnologia predittiva gioca un ruolo centrale nelle dotazioni di serie. Quindi, se è vero che oggi un’Audi A3 costa più che in passato, è altrettanto vero che può contare su equipaggiamenti esponenzialmente superiori in termini di connettività, sicurezza, consumi. Questo è un significativo aumento di valore e di sostenibilità.

Audi-charging-hub-Zurigo_001

Uno scatto dell’Audi Charging Hub di Zurigo

Si evolve la vision del brand, cambiano le auto, cambia la tecnologia. Cambiano anche gli automobilisti e, conseguentemente, le formule di accesso alla mobilità?
Alle innovazioni tecnologiche corrispondono anche dei modelli di acquisto differenti a quelli cui siamo da sempre abituati. Il modello del noleggio a lungo termine rappresenta, a mio avviso, il prodromo della diffusione del concetto di pay per use che è parte integrante della cultura digitale delle nuove generazioni. Già adesso il noleggio incide per più del 45% e non siamo lontani da un orizzonte in cui l’utilizzo prenderà il posto dell’acquisto attraverso formule totalmente flessibili. Un approccio che consentirà di usare una vettura per un solo giorno, per tre o sei mesi e cambiarla in base alle necessità: in un periodo ricco di lunghi viaggi, per esempio, si punterà su di un modello diverso rispetto alla vettura ideale per il commuting urbano. Un approccio che necessita di schemi produttivi e distributivi sviluppati coerentemente. E nella stessa modalità relazionale con il cliente fondata sulla massima flessibilità, s’inseriscono le Functions on demand, equipaggiamenti attivabili similmente alle app di uno smartphone, in grado di rispondere alle esigenze emergenti dopo l’acquisto e che risultano imprescindibili in caso di noleggio.

Restiamo nell’ambito dei grandi cambiamenti: stiamo entrando nell’era dell’Intelligenza Artificiale. Una rivoluzione paragonabile a quella di Internet: potrà facilitare i processi evolutivi a vantaggio della sostenibilità?
La radicalità della trasformazione in atto nel mondo automotive è testimoniata dall’evoluzione del settore in un laboratorio per la messa a sistema delle tecnologie più avanzate. Un contesto nel quale l’Intelligenza Artificiale è centrale. Partiamo dai processi produttivi: in questo campo l’AI ci sta già aiutando nella decarbonizzazione degli stabilimenti, armonizzando il fabbisogno energetico al variare dei flussi produttivi e consentendo di adottare un approccio olistico ai futuri piani di produzione, con anni di anticipo. Non meno rilevante l’applicazione diretta dell’AI al prodotto che si concretizza oggi nella tecnologia predittiva, in grado di anticipare l’insorgere dei pericoli garantendo comfort e sicurezza, e che domani porterà all’introduzione della guida autonoma di Livello 4 con conseguenti nuove libertà e possibilità negli ambiti del lavoro e dell’intrattenimento. Quindi dico benvenuta all’AI nel settore automotive, in grado sia di favorire la transizione ecologica sia di massimizzare la sicurezza contribuendo alla radicale riduzione degli incidenti stradali. E torno così a dove abbiamo iniziato, a quell’ecosistema urbano che Audi contribuirà a essere ridisegnato e vissuto in maniera più responsabile, sicura e sostenibile.


Ha collaborato Nicole Berti di Carimate

© Riproduzione riservata