Offboarding, 5 consigli per gestirlo al meglio

Factorial, azienda che supporta le Pmi nella gestione di risorse umane, ha stilato alcuni punti per facilitare l'uscita di un dipendente dall'azienda

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Saper assumere è un elemento importante in qualsiasi azienda, ma anche saper “chiudere i rapporti” con un dipendente può essere un processo altrettanto importante che impatta profondamente la reputazione di un’azienda e la sua capacità di attrarre nuovi clienti. La pensa così Factorial, realtà europea che si occupa di supportare le Pmi nella gestione delle risorse umane e che pertanto ha stilato un elenco di cinque consigli utili per le aziende che devono fare i conti con le fasi finali di un rapporto di lavoro, l’offboarding.

La base di partenza sono alcuni dati riportati dal sito dell’Inps e relativi al primo trimestre del 2023: in Italia, nonostante il tasso di occupazione sia in aumento, sono state registrate 3.3 milioni di cessazioni di rapporti di lavoro. Numeri in aumento rispetto al 2022 e che costringono ad affrontare quelli che possono essere effetti negativi della perdita di un dipendente nella propria azienda, specie se l’uscita di un dipendente non è stata gestita nel modo corretto.

“I tempi sono decisamente cambiati –  è il commento di Arianna Lamera, Global Talent Acquisition Partner di Factorial – se in passato si ambiva al posto fisso, al giorno d’oggi non è più così. Si preferisce ragionare a breve termine, soprattutto tra i giovani della Generazione Z e i Millennials, e sempre più frequentemente il cambio lavoro non è visto come un fallimento o qualcosa di negativo bensì come una possibilità di crescita”. Per questo, le aziende devo tenere conto del processo di offboarding del dipendente oltre che all’onboarding, perché è diventato cruciale garantire una transizione e una comunicazione più fluida. I cinque consigli di Factorial sono:

1) Questionari d’uscita personalizzati

Factorial suggerisce di somministrare ai dipendenti questionari d’uscita personalizzati per raccogliere informazioni dettagliate sulle ragioni che hanno portato il dipendente a lasciare l’azienda (se si tratta di dimissioni volontarie). Domande mirate sulla crescita professionale altri aspetti restituiranno un quadro più completo.

2) Colloqui d’uscita approfonditi

La fonte suggerisce inoltre di organizzare colloqui di offboarding che siano strutturati e aperti, consentendo ai dipendenti di esprimere liberamente le loro opinioni. Ciò contribuisce a identificare le aree di miglioramento e a stabilire piani per affrontare eventuali problemi emersi.

3) Feedback costruttivo

Viceversa, durante il processo d’uscita è utile anche fornire al dipendente un riscontro costruttivo che metta a fuoco il suo contributo nell’azienda e le aree in cui potrebbe migliorare. Tale approccio è volto a creare un ambiente di partenza positivo e contribuisce a mantenere relazioni future.

4) Gestione delle transizioni professionali

Offrire supporto nella transizione, con consigli per nuove opportunità o tramite la condivisione di una rete di contatti, può dimostrare impegno verso il benessere dei dipendenti e può influenzare positivamente la percezione dell’azienda.

5) Analisi dei dati

Infine, è importante che le aziende sappiano utilizzare i dati raccolti dai colloqui e dai questionari per analizzare le tendenze legate alle dimissioni, per identificare eventuali problematiche sistemiche.

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