Manager italiani ottimisti sull’AI, ma frenati dai costi

Il 47% crede che l’intelligenza artificiale rivoluzionerà il proprio settore, ma un dirigente su tre segnala difficoltà a finanziare l’adozione

Manager italiani ottimisti sull’AI, ma frenati dai costi© Shutterstock

Nel mondo del lavoro italiano cresce la fiducia nelle potenzialità dell’intelligenza artificiale. Lo rileva il report Future Forward: Costruire un percorso professionale sostenibile nell’era dell’AI di Experis, secondo cui il 47% dei manager digitali crede che l’AI trasformerà profondamente il proprio settore. Tuttavia, l’entusiasmo si scontra con un ostacolo concreto: il 35% dei dirigenti segnala difficoltà a reperire i fondi necessari per l’adozione.

L’AI accelera il lavoro, non lo sostituisce

Un cambiamento visto in chiave evolutiva, non distruttiva: l’AI viene considerata un acceleratore strategico capace di migliorare efficienza e qualità, senza sostituire il lavoro umano.

Salvatore Basile, direttore di Experis Italia, ha ribadito l’importanza di una formazione mirata: “Il vero salto di qualità si ottiene quando l’AI viene integrata nei processi aziendali, mantenendo però intatto il contributo umano. Per questo servono investimenti in programmi di upskilling e reskilling a lungo termine”.

Il nodo critico? I fondi

Come accennato, se a livello globale il 67% delle imprese aumenterà gli investimenti in AI nel 2025, in Italia il 35% dei manager segnala difficoltà nel reperire le risorse economiche necessarie. Una barriera che rischia di rallentare un processo di innovazione già in corso.

Nonostante il crescente utilizzo, l’AI non è percepita come onnipotente. Circa un’azienda su tre riconosce l’importanza del fattore umano in ambiti chiave: giudizi etici (35%), esperienza tecnica (30%) e pensiero strategico (29%). In questi campi, la macchina non può sostituire l’intuito e la sensibilità delle persone.

Uno degli ambiti dove l’intelligenza artificiale si sta affermando con maggiore forza è quello delle risorse umane. Il 41% delle aziende italiane utilizza già strumenti AI per il recruiting, mentre il 42% prevede di farlo entro i prossimi tre anni.

Ma anche i candidati iniziano a sfruttarla: l’84% dei datori di lavoro accetta che si utilizzino strumenti AI per affrontare test, personalizzare Cv e lettere di presentazione, o prepararsi ai colloqui.

Resta sempre aggiornato con il nuovo canale Whatsapp di Business People
© Riproduzione riservata