Ecco perché i manager italiani preferiscono lavorare all’estero

I dirigenti del nostro Paese trovano oltreconfine maggiori occasioni di crescita professionale, oltre a compensi migliori

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I manager che lasciano l’Italia per lavoro spesso non tornano più indietro. Oltreconfine, infatti, trovano contesti lavorativi dove il merito viene valorizzato (né è convinto l’82,9% dei manager italiani) e caratterizzati da retribuzioni più alte, numerosi benefit e opportunità di crescita in generale (60%). È il quadro che emerge da una ricerca realizzata da Manageritalia in collaborazione con AstraRicerche e la società di executive search Kilpatrick Group. In base allo studio, condotto su 514 dirigenti emigrati all’estero, il 94% dei manager è soddisfatto della scelta di espatriare.

Meno di uno su quattro, il 22,8%, vuole tornare in Italia, una percentuale dimezzatasi rispetto a dieci anni fa (43,6%). Secondo il presidente di Manageritalia, Mario Mantovani, “non c’è fisco che tenga quando i compensi sono troppo bassi. Un manager che va all’estero è molto facile che abbia delle importanti variazioni di stipendio che possono portare anche a guadagnare il 50% in più”.

Top manager italiani all’estero: Italians do it better

La decisione dei dirigenti di partire per nuovi lidi è in gran parte legata alla ricerca di percorsi professionali più interessanti e stimolanti (lo afferma il 60,1% dei manager intervistati). Per intraprendere una carriera all’estero è necessario puntare soprattutto sull’apertura al cambiamento (62,1%), sullo spirito di adattamento (61,3%) e sulla multiculturalità (56,6%).

Secondo Manageritalia i dirigenti espatriati sono circa 30 mila, in crescita del 40% nell’ultimo decennio. L’incremento va a braccetto con la maggiore diffusione delle imprese italiane in giro per il mondo.

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