Il 50% dei dirigenti è scettico sugli effetti dell’innovazione

Tra i fattori determinanti per generarla: la conoscenza dei clienti e dei trend di mercato e la fidelizzazione dei talenti. Bocciato il supporto del governo in materia

Gli effetti benefici dell’innovazione? Se ci sono, non si vedono. Sarebbe questo il parere dei dirigenti italiani, stando al sondaggio GE Global Innovation Barometer condotto dalla società di consulenza Edelman Berland per conto di General Electric.

L’analisi si rivolge espressamente ai dirigenti senior coinvolti nella gestione delle strategie di innovazione, attivi in 26 Paesi nel mondo, e sonda come è cambiata la percezione dell’innovazione. Ebbene, in Italia solo il 50% dei dirigenti sostiene che adesso, grazie all’innovazione, si vive meglio rispetto a 10 anni fa. La media internazionale si attesta invece sull’80%.

INTEGRAZIONE. Al contempo, però, il 90% dei dirigenti italiani riconosce all’innovazione una portata sempre più globale e pensano che, per realizzarla a pieno, la strada maestra sia l’integrazione di talenti, idee, conoscenze e risorse.

In materia di collaborazione, però, i principi non si traducono immediatamente in parole: se l’87% dei dirigenti italiani (contro la media internazionale del 77%) si dichiara disposto a correre i rischi della collaborazione e della violazione della proprietà intellettuale, nella pratica solo per il 46% i ricavi generati dall’innovazione collaborativa sono aumentati nell’ultimo anno, contro una media mondiale del 64%.

Sempre stando al sondaggio, i fattori determinanti per generare innovazione sono la conoscenza del cliente e delle tendenze di mercato (92%), la fidelizzazione delle persone più talentuose e competitive (83%), la capacità di adattare e implementare velocemente le nuove tecnologie (73%).

GLI OSTACOLI. Tra gli ostacoli all’innovazione figurano invece l’incapactà di estendere le scoperte di successo al mercato più ampio o internazionale (32%) insieme alla fatica di elaborare idee radicali e rivoluzionari (32%), seguiti dalla difficoltà a definire un modello di business efficace per promuovere le nuove idee e renderle vantaggiose (27%).

Bocciato, inoltre, il supporto governativo italiano: appena il 9% lo giudica efficiente contro la media globale del 40%. Tra le priorità che il governo dovrebbe avere, figurano la semplificazione dei processi burocratici per le aziende che vogliono accedere a finanziamenti e incentivi (98%) e la facilitazione di progetti di ricerca con altri Paesi (93%).

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