Lo scoop è questo: la Gazzetta di Alba ha ritrovato e pubblicato le norme guida del personale che Michele Ferrero, l’inventore della Nutella, scrisse 40 anni fa ai responsabili da lui nominati. Sono gli anni dell’ovetto Kinder e del Ferrero Rocher, quando nascono la Ferrero International, la Fondazione e due nuovi stabilimenti nel Sud Italia. E nel frattempo Michele scrive ai suoi top manager: siate sempre umani.
«Le retorica manageriale degli ultimi anni ci consegna l’idea del manager di successo come una sorta di superuomo, fatto solo di azioni, inventiva e decisioni solitarie», commenta Paolo Iacci, vicepresidente di Aidp, «mentre Ferrero ci restituisce un’immagine del capo più attento alle piccole cose, più trasparente, meno solitario. Nessun superuomo, ma persone competenti che sanno assumersi le proprie responsabilità». Una lezione in fondo semplice, ma che oggi rischia di apparire rivoluzionaria tanto è colma di buon senso. Sarà grazie a questa praticità quotidiana che Ferrero ha vinto per la sesta volta consecutiva il Randstad Employer Brand Award come posto di lavoro più attraente? «Ho fatto il direttore delle risorse umane in 16 aziende, ma in nessuna ho visto mai applicare fino in fondo come dice Ferrero il principio della totale partecipazione», commenta il presidente nazionale Gidp, Paolo Citterio, «perché i grandi cambiamenti vengono discussi dal capo con le prime linee. Invece bisogna dare le motivazioni a tutti, a cascata».
Sul numero di giugno 2019, Business People ha chiesto a imprenditori, manager e direttori del personale il loro parere sulle “regole di Ferrero”. Con qualche sorpresa.
Le 17 regole di Michele Ferrero – l’inventore della Nutella
Nei vostri contatti mettete i vostri collaboratori a loro agio:
• Dedicate loro il tempo necessario e non le “briciole”
• Preoccupatevi di ascoltare ciò che hanno da dirvi
• Non date loro l’impressione che siate sulle spine
• Non fateli mai sentire “piccoli”
• La sedia più comoda del vostro ufficio sia destinata a loro- Prendete decisioni chiare e fatevi aiutare dai vostri collaboratori, essi crederanno nelle scelte a cui hanno concorso
- Rendete partecipi i collaboratori dei cambiamenti e discutetene prima della loro attuazione con gli interessati
- Comunicate gli apprezzamenti favorevoli ai lavoratori, quelli sfavorevoli comunicateli solo quando necessario, in quest’ultimo caso non limitatevi a una critica, ma indicate ciò che dovrà essere fatto nell’avvenire perché serva a imparare
- I vostri interventi siano sempre tempestivi: “troppo tardi” è pericoloso quanto “troppo presto”
- Agite sulle cause più che sul comportamento
- Considerate i problemi nel loro aspetto generale e non perdetevi nei dettagli, lasciate ai dipendenti un certo margine di tolleranza
- Siate sempre umani
- Non chiedete cose impossibili
- Ammettete serenamente i vostri errori, vi aiuterà a non ripeterli
- Preoccupatevi di quello che pensano di voi i vostri collaboratori
- Non pretendete di essere tutto per i vostri collaboratori, in questo caso finireste per essere niente
- Diffidate di quelli che vi adulano, a lungo andare sono più controproducenti di quelli che vi contraddicono
- Date sempre quanto dovete e ricordate che spesso non è questione di quanto, ma di come e di quando
- Non prendete mai decisioni sotto l’influsso dell’ira, della premura, della delusione, della preoccupazione, ma demandatele a quando il vostro giudizio potrà essere più sereno
- Ricordate che un buon capo può far sentire un gigante un uomo normale, ma un capo cattivo può trasformare un gigante in un nano
Se non credete in questi principi, rinunciate a essere capi
Articolo pubblicato su Business People, giugno 2019
© Riproduzione riservata