Ansia da performance? Ecco il decalogo per dare il meglio

I manager come i cantanti del Festival di Sanremo: il peso del successo a tutti i costi può fare brutti scherzi, ma per gestire la pressione basta seguire poche semplici regole

Il peso dello sguardo di milioni di occhi pronti a giudicare e la tensione che precede l’esibizione preparata a lungo possono fare brutti scherzi, compromettendo la performance sul palco dell’Ariston. È il timore che stanno vivendo, nel giorno di apertura del Festival di Sanremo 2018, esordienti e artisti navigati. Un “problema” che i personaggi dello spettacolo hanno in comune con imprenditori e manager: è la pressione del successo a tutti i costi. Ma superarlo ed avere successo è possibile, basta tenere a mente dei semplici “reminder” e ripeterseli ad hoc nelle occasioni importanti.

Il punto di vista dell’esperta

«Il fallimento è pesante, il successo è bellissimo e desiderato. Eppure entrambi sono accomunabili in un solo concetto: il peso della performance», spiega la master coach Marina Osnaghi. «Essere all’altezza del risultato e delle aspettative non è facile, viviamo in un mondo che cerca di eludere in tutti i modi le sconfitte e privilegiare le vittorie, con modelli sociali che esaltano la capacità dell’individuo di compiere performance strabilianti ed ottenere il plauso generale, fama e denaro. E inaspettatamente, il peso è uguale e contrario, sia che si vinca sia che si perda. Se hai successo devi continuare ad averlo, se fallisci hai fatto male e devi assolutamente smettere. Le aspettative, personali e degli altri, sono in agguato; incarnate da chi osserva e giudica. Non solo sul palco dell’Ariston. Un professionista in ufficio prova la stessa cosa nonostante il peso delle aspettative sia più ravvicinato e senza risonanza mediatica. Si vorrebbe sempre essere dei vincenti, mentre siamo esseri umani che hanno diritto di sbagliare o vincere».

Decalogo per il successo

Come reggere la pressione e assicurarsi così il desiderato successo? Ripetendosi questi dieci semplici concetti prima di ogni performance importante, sia essa l’incontro con un grosso cliente, con un possibile partner di lavoro, una riunione decisiva con il proprio team o con un superiore, senza dimenticare i momenti in cui vanno prese decisioni essenziali per la propria azienda. Secondo la master coach Marina Osnaghi, avranno «un effetto concreto e potente su ogni stress».

1. Sono ciò che sono, non ciò che faccio: soprattutto non sono ciò che il mondo esterno mi dice che devo essere.

2. Sono un soggetto e non un oggetto, l’impegno a fare del mio meglio e cercare la vittoria è un must: eppure più del mio meglio non posso fare.

3. Le situazioni sono sempre sia bianche che nere con molte sfumature in mezzo: ricercare gli assoluti difficilmente corrisponde alla vita vera.

4. Nella più grande gioia può esserci tristezza e viceversa: è nella natura dell’esistere.

5. Le critiche e le lodi a volte sono affrettate e soggettive: dall’esterno il “fare” di un altro sembra sempre più facile di quel che è.

6. Cosa posso perdonarmi oggi? Non posso essere perfetto e gli errori sono l’unico modo per apprendere: devo fare esperienza e rischiare l’errore, solo così posso sentirmi esperto.

7. Avere paura o provare emozione è normale, le emozioni mi spronano a fare, senza non sono in grado di agire: do il benvenuto a me, così come sono, alle persone che ho di fronte, alla sfida che ho davanti.

8. Il successo pesa quanto la sconfitta: il dovere di far bene è una voce che non si spegne mai nel nostro retro cranio. Specialmente in posizioni di responsabilità o di grande visibilità mediatica.

9. Cosa mi sta mettendo in crisi? Nei momenti di critica cerca di fare qualcosa, anche piccolo, che ti aiuti ad uscire dai guai: qual è il primo passo da fare?

10. Dopo ogni esperienza chiediti cosa ho imparato che mi può essere utile per il futuro? Cosa voglio rifare di quello che ho fatto? Cosa voglio smettere di fare perché non serve?

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