Anticipo pensionistico, fino al 15% il taglio dell’assegno Inps

Ma sono previste agevolazioni fiscali per i lavoratori più indigenti; sperimentazione a partire dal 2017

La pensione anticipata “costerà”, a chi la sceglie, fino al 15% dell’assegno dell’Inps: così verrà ripagato dal contribuente il nuovo prestito pensionistico-bancario che chi sceglierà di ritirarsi dal lavoro con tre anni di anticipo potrà rimborsare in 20 anni. La decurtazione, però, potrebbe ridursi fino ad azzerarsi per i più indigenti, grazie ad alcune detrazioni fiscali ad hoc.

ANTICIPO PENSIONISTICO. L’anticipo sulla pensione, dunque, verrà studiato per diventare “modulare”, adattandosi a reddito e categoria di appartenenza di chi lo richiede: queste le novità in merito al cosiddetto Ape, l’Anticipo pensionistico, illustrato ai sindacati dal Ministro del Lavoro Giuliano Poletti e dal Sottosegretario alla Presidenza Tommaso Nannicini. Il meccanismo del “prestito”, scelto per attuare l’anticipo pensionistico, verrà garantito dalle banche, senza che però venga richiesto al lavoratore una garanzia reale; l’assegno anticipato sarà invece erogato dall’Inps, che baserà i conteggi sul montante pensionistico raggiunto al momento della richieste, senza tener conto dunque dei tre anni di lavoro che l’aspirante pensionato dovrebbe ancora svolgere. Per quanto riguarda il coefficiente di trasformazione, invece, sarà relativo al raggiungimento dell’età di vecchiaia.

DETRAZIONI FISCALI. La detrazione dall’assegno varierà, come detto, a seconda delle condizioni di vita del richiedente, e graverà meno sui soggetti più deboli, poiché scatteranno differenti detrazioni fiscali che lo mitigheranno; l’ammortamento del prestito sarà in ogni caso ventennale. La sperimentazione dell’anticipo pensionistico comincerà nel 2017 e avrà per i primi tre anni un carattere sperimentale; i primi ad essere coinvolti saranno i soggetti nati tra il 1951 e il 1953, ossia gli over 63 ancora in attività. Se la soluzione si rivelerà efficace, il provvedimento potrebbe diventare permanente. Per garantire il pensionamento anticipato a 30-40 mila lavoratori annui, il Governo ha previsto una spesa tra i 500 e i 600 milioni di euro; solo il coinvolgimento degli istituti bancari e assicurazioni ha potuto evitare che la manovra impattasse sui conti pubblici con costi fino a 10 miliardi.

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