Hanooman, l’India pronta a lanciare la sua ChatGPT

Anche il colosso sud-asiatico si lancia sull'intelligenza artificiale con un modello di chatbot che interagisce in 11 delle 22 lingue ufficiali del Paese

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C’è anche l’India in coda per entrare nel sempre più determinante mercato delle intelligenze artificiali e in particolar modo dei chatbot ad apprendimento automatico. Il colosso sud-asiatico sarebbe pronto a lanciare il proprio modello ChatGPT, ispirato a quello di OpenAI.

Stando a quanto riportato dal Sole 24 Ore e da fonti internazionali, l’India è finora rimasta indietro nel campo delle intelligenze artificiali, ma ha intenzione di recuperare alla svelta: ad aprile è atteso il lanco di Hanooman, un large language model simile sa ChatGPT che sarà in grado di interagire in 11 delle 22 lingue ufficiali del Paese.

Dietro al suo sviluppo ci sarebbero diverse grandi realtà governative, universitarie e industriali, compresa una succursale della Reliance Industries, primo gruppo del Paese per capitalizzazione guidato dall’uomo più ricco dell’Asia, Mukesh Ambani. Proprio lui a fine anno aveva anticipato ai suoi dipendenti come il 2024 avrebbe segnato la svolta nel settore delle AI.

Hanooman, viene riportato, avrà applicazioni in quattro grandi aree: salute, istruzione, servizi finanziari e governance. Anche l’India, come l’Italia grazie ad iGenius, vuole il proprio modello di ChatGPT e in questo caso è stato realizzato dall’agenzia governativa Bashini con l’Indian Institute of Technology (IIT) Bombay, in testa a diversi atenei. La scelta di diversificare geograficamente la composizione del consorzio, viene sottolineato, va nella direzione di rendere l’AI alla portata di quegli strati della popolazione che non sanno esprimersi in inglese.

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La ChatGPT indiana sarà disponibile in Hindi popolare, in Bengali, in Marathi e una serie di altre lingue dravidiane parlate nel Sud come il Tamil, il Telugu e il Malayalam. Hanooman, come mostrato nel video di presentazione mostrato a Mumbai in questi giorni, permetterà a tutti di fare coding dei linguaggi e comunicare in lingue diverse.

L’intelligenza artificiale potrebbe così servire a colmare le distanze linguistiche e culturali nel gigante asiatico: secondo Boston Consulting Group e Nasscom, entro il 2027 l’AI in India genererà un giro d’affari da 17 miliardi di dollari. 

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