Il risiko bancario italiano è entrato nella sua settimana decisiva. Le grandi manovre che coinvolgono Unicredit e Banco Bpm, Mediobanca e Mps, e Bper con Popolare di Sondrio sono giunte a un bivio, con sentenze attese, consigli d’amministrazione in programma e giudizi del mercato che iniziano a farsi sentire.
Bper rilancia su Sondrio, ma i piccoli soci restano contrari
Ad aprire la serie di appuntamenti è la Popolare di Sondrio, chiamata a rispondere al rilancio di Bper, che ha portato il valore dell’offerta a oltre 12 euro per azione. La mossa mira a costruire un gruppo bancario delle dimensioni di Banco Bpm, e il mercato sembra aver accolto positivamente l’operazione, allineando le quotazioni ai valori proposti.
Nonostante ciò, i piccoli azionisti, che detengono circa il 30% del capitale, restano contrari. Sarà il cda a dover prendere posizione, in un contesto in cui l’attenzione degli investitori si fa sempre più intensa.
Unicredit-Bpm: il Tar si pronuncia sul Golden Power
Il 9 luglio toccherà a Unicredit, che attende la sentenza del Tar sul ricorso contro il Golden Power imposto dal governo in merito all’Ops su Banco Bpm. Il Ceo Andrea Orcel ha espresso più volte scetticismo sull’esito, frenato dalle restrizioni imposte, dalla politica al project financing.
Se la sentenza dovesse essere negativa, l’offerta potrebbe decadere. E il tempo stringe: la scadenza per l’Ops è fissata al 23 luglio. Le motivazioni del Tar, tuttavia, difficilmente arriveranno in tempo per consentire a Unicredit di valutare un eventuale rilancio. Secondo Giuseppe Castagna, ad di Bpm, «l’Ops è nata senza premio e tale è rimasta».
Mediobanca-Mps, verso una bocciatura formale
Il terzo fronte caldo è quello che coinvolge Mediobanca e Mps. Venerdì 11 luglio è atteso il cda di Piazzetta Cuccia, chiamato a esprimersi formalmente sull’Ops lanciata da Siena, che partirà lunedì 14 luglio. Il giudizio sarà probabilmente negativo, come già nei mesi scorsi, ma gli operatori attendono comunque un documento ufficiale che chiarisca le valutazioni del board.
Intanto, Fitch ha promosso l’operazione Mps, mentre S&P ha lasciato intendere un possibile peggioramento del rating di Mediobanca in caso di acquisizione. Dal canto suo, l’Antitrust ha dato via libera senza condizioni, rilevando che non esistono criticità concorrenziali nemmeno nei mercati locali più sensibili, come Siena e Grosseto.
Il mercato resta prudente
Il tema ricorrente nei tre dossier è la mancanza di premi significativi per gli azionisti. Nel caso Mediobanca-Mps, lo sconto si è ridotto al 4,1%, e per colmare il divario servirebbero 637 milioni di euro. Tuttavia, per attrarre adesioni istituzionali servirebbe un incentivo più generoso. Anche per questo, nelle ultime settimane sono state scaricate azioni Mediobanca da soci storici come Mediolanum, Gavio, Pittini e Monge, alimentando l’incertezza sul fronte opposto.
Il verdetto finale, però, sarà affidato al mercato. Sarà la Borsa a decretare chi uscirà vincitore da questa settimana, che potrebbe cambiare sensibilmente gli equilibri della finanza tricolore.
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