Monte dei Paschi di Siena (Mps) ha ufficializzato i dettagli dell’offerta pubblica di scambio (Ops) lanciata su Mediobanca, fissando una soglia minima di adesione al 35% per rendere valida l’operazione. L’obiettivo ultimo, sebbene rinunciabile, resta quello di raggiungere il 66,7% del capitale di Piazzetta Cuccia, soglia che consentirebbe a Mps di realizzare sinergie più profonde e di sfruttare appieno i benefici fiscali legati alle Dta (Deferred Tax Assets).
Mps: il controllo di Mediobanca passa anche dal 35%
L’Ops avrà inizio il 14 luglio e si concluderà l’8 settembre, salvo eventuali proroghe, coprendo i 40 giorni di Borsa aperta previsti dalla normativa. In caso di necessità, Mps potrà chiedere a Consob un’estensione dei termini. Secondo quanto indicato nel prospetto informativo approvato dalla Consob, una partecipazione in Mediobanca compresa tra il 35% e il 50% sarebbe già sufficiente per ottenere il controllo di fatto, esercitando un’influenza dominante nelle assemblee e incidendo sulla governance della banca d’affari.
Tra gli azionisti che potrebbero aderire all’offerta ci sono Delfin (19,8%), Caltagirone (9,9%), le casse previdenziali (circa 5%) e la Edizione dei Benetton (2,1%). Tutti questi soci hanno già avuto contatti con Mps e si ritiene che possano supportare l’operazione. Il concambio previsto è di 2,533 azioni Mps per ogni azione Mediobanca. L’attuale sconto sull’offerta è stabile intorno al 3,7%, pari a circa 600 milioni di euro.
Possibili sinergie
In Borsa, i titoli delle due banche si muovono in sincronia, con Mps e Mediobanca che ieri hanno registrato entrambi un rialzo dello 0,46%. In caso di successo dell’offerta, l’impatto sul capitale di Mps varierà in base al livello di adesione: con un’adesione del 100% il Cet1 si attesterà al 17,8%, mentre con il 66,6% scenderebbe al 16,6%, al 50% al 16,2% e con il minimo del 35% al 15,6%. La solidità patrimoniale del Monte, che al termine del primo trimestre vantava un Cet1 al 19,6%, lascia spazio a eventuali rilanci anche in contanti.
Sul fronte delle sinergie, qualora l’Ops non dovesse raggiungere la soglia del 50,1%, Mps prevede comunque di poter realizzare circa il 50% dei benefici attesi entro tre anni, con la piena attuazione prevista entro l’inizio del 2030. In termini di Dta, l’integrazione con Mediobanca permetterebbe un utilizzo accelerato dei crediti fiscali fino a 2,9 miliardi, con un beneficio annuo stimato in 0,5 miliardi per sei anni. Infine, mentre crescono i movimenti tra gli hedge fund che rafforzano le loro posizioni in vista dell’offerta, la presenza dei principali azionisti di Mediobanca alla recente cena Mps per il Palio – tra cui Francesco Milleri di Delfin e Alessandro Caltagirone – lascia intendere che i giochi sono ancora aperti, ma ben avviati.
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