Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha minacciato di imporre dazi aggiuntivi del 10% ai Paesi che si orientano secondo le “politiche anti-americane dei Brics“. Con questo acronimo si indicano il Brasile, la Russia, l’India, la Cina e il Sudafrica. È successo proprio durante un vertice di questi Stati, che hanno criticato le politiche messe in atto dal Tycoon.
Seppur non lo abbiano fatto esplicitamente, i leader hanno manifestato “serie preoccupazioni per l’aumento di misure tariffarie e non tariffarie unilaterali che distorcono il commercio e non sono conformi alle regole del commercio internazionale”. Inoltre hanno sottolineato che la “proliferazione di azioni restrittive sul commercio” potrebbe compromettere l’economia globale e accentuare le disuguaglianze economiche già in essere.
La risposta degli Stati Uniti non si è fatta attendere. Trump ha fatto sapere che “qualsiasi Paese che si allinei alle politiche anti-americane dei Brics sarà soggetto a DAZI AGGIUNTIVI del 10%. Non ci saranno eccezioni a questa politica”. Le sue intenzioni sono state rese pubbliche in un post su Truth.
La situazione geopolitica in atto
Come se non bastasse, a rendere più complessa la guerra commerciale dei dazi ci pensa il sostegno simbolico dei Brics all’Iran. Lo hanno fatto condannando alcuni attacchi militari subiti dal Paese, senza però fare riferimento esplicito né a Israele né agli Stati Uniti, ritenuti responsabili dell’operazione.
Ai Brics appartengono anche l’Arabia Saudita, l’Egitto, gli Emirati Arabi Uniti, l’Etiopia, l’Indonesia e l’Iran. Il gruppo si definisce “un forum di coordinamento politico e diplomatico per i Paesi del Sud globale, attivo nelle più diverse aree”. Ha l’intento di rendere più solida la cooperazione economica, politica e sociale tra i membri e di aumentare l’influenza dei Paesi del Sud globale nella governance internazionale.
Le intenzioni di Trump sono reali
Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha confermato che dal primo agosto invierà delle lettere con i particolari relativi ai dazi, non soltanto quelli maggiorati per i Brics. Ogni Paese saprà i dettagli delle tariffe e gli accordi raggiunti. Lo ha confermato Scott Bessent, Segretario del Tesoro. L’entrata in vigore, quindi, per i Paesi che non hanno trovato un’intesa con il Tycoon, slitta di quasi un mese.
Non si tratta di un altro step intermedio.”Stiamo dicendo chiaramente che è questa la data in cui le misure entreranno in vigore. Se volete accelerare, potete farlo – ha dichiarato Bessent – Se preferite tornare ai vecchi tassi, è una vostra scelta”.
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