L’Europa vista dalle imprese alla vigilia del semestre di presidenza italiano

Giudizi e prospettive per gli imprenditori del nostro Paese: solo uno su dieci vuole abbandonare l’Unione, ma la maggior parte non ne dà un giudizio positivo

L’Europa? Non è stato un grande affare, ma all’Italia conviene rimanere nell’Euro. È questo, in sintesi, il giudizio degli imprenditori del nostro Paese che emerge dall’indagine Che cosa pensano dell’Europa e dell’euro le piccole imprese del nostro Paese alla vigilia del semestre europeo di presidenza italiana”, curata da Ipsos Public Affairs per Cna. Secondo l’indagine, meno della metà degli imprenditori (il 44%) ne dà un giudizio positivo, mentre il 43% non giudica positivamente l’introduzione della moneta unica. Ma oltre il 65% è convinto che a questo punto all’Italia convenga far parte dell’Eurozona.

PREGI E DIFETTI. All’Europa, come riporta il quotidiano la Repubblica, gli imprenditori riconoscono il merito di aver abbattuto i costi legati alle barriere doganali (74%) e di aver garantito la pace tra i Paesi membri (70%). Però non si è fatto abbastanza per ridurre le disparità tra Paesi ricchi e Paesi poveri (75%) né per supportare le aziende meritevoli (65%). L’83% rimprovera all’Europa quello che si rimprovera all’Italia: l’incapacità di ridurre il peso della burocrazia.

IL SEMESTRE ITALIANO. Con il 1° luglio l’Italia assumerà, per sei mesi, la presidenza dell’Unione, ma le attese da parte degli imprenditori sono modeste: solo il 38% delle pmi ha fiducia che l’Italia utilizzerà questa opportunità per uscire dalla crisi. Alla domanda precisa su quali sono i provvedimenti fondamentali da prendere, gli imprenditori delle piccole e medie imprese rispondono: riduzione della pressione fiscale (51%), semplificazione della burocrazia (46%) e maggiore accesso al credito.

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