Il legame con il territorio di Manifatture Sigaro Toscano

Nelle parole dell’a.d. Stefano Mariotti, l’impegno di un’eccellenza italiana per preservare e supportare la coltivazione di un tabacco unico al mondo nella tutela dell’ambiente e dei lavoratori

Il rispetto per il territorio, del lavoro dei coltivatori e della materia prima è insito nella storia del sigaro Toscano. Non tutti sanno, infatti, che la leggenda di questo prodotto è nata ai primi dell’Ottocento proprio dalla decisione di non buttare una partita di tabacco “rovinata” da un violento acquazzone: la fermentazione data dall’acqua al tabacco venne sfruttata per realizzare un nuovo sigaro dal gusto tutto nuovo, che ebbe un successo inimmaginabile. La stessa attenzione per l’ambiente e il lavoro dei tabacchicoltori si conferma nell’odierna Manifatture Sigaro Toscano (MST), azienda che sta cercando di fare sistema affinché si possa preservare l’unica filiera del tabacco interamente italiana. Perché, come sottolineato dall’amministratore delegato e direttore generale, Stefano Mariotti, in azienda la sostenibilità non riguarda solo il rispetto per il pianeta, ma punta a garantire, anche attraverso investimenti non indifferenti, un futuro ai coltivatori.

Partiamo da una considerazione, quasi una provocazione: nel vostro settore si parla spesso di qualità, cura artigianale e tradizione per il prodotto, ma poco di sostenibilità. Il sigaro Manifatture Sigaro Toscano non è di per sé un prodotto sostenibile o i suoi consumatori (giovani e meno giovani) sono meno interessati a questo aspetto?È una provocazione alla quale rispondo volentieri, perché mi permette di fare chiarezza sulla sostenibilità per MST. È un tema sul quale siamo attivi da più di dieci anni, che sconta il divieto di ogni tipo di comunicazione del nostro settore. Le do solo alcuni cenni concreti: perfezioniamo continuamente i processi produttivi della filiera; i coltivatori, in Italia e all’estero, aderiscono a rigidi disciplinari, la cura a fuoco avviene sul luogo di raccolta (e quindi senza emettere CO2 con inutili trasferimenti su gomma) e con legno di acacia e di mogano da approvvigionamento sostenibile o con adesione a programmi di riforestazione. Il 98% dei pacchetti è in cartoncino riciclato, oltre al sigaro, anche il materiale trasparente che usiamo nei sigari lunghi è al 100% compostabile: non è plastica, bensì cellophane di cellulosa. Le Manifatture di Lucca e Cava de’ Tirreni (Sa) sono alimentate con energia green da impianti fotovoltaici. Abbiamo sempre vissuto la sostenibilità come opportunità, un investimento strategico nel futuro. Sono assolutamente convinto che i consumatori siano sensibili a ogni azione delle aziende rivolte al rispetto del pianeta, anche la nostra ne tiene conto. Tutti noi crediamo nella sostenibilità, non solo nella parte macro dei processi produttivi, ma anche in quella micro che coinvolge ogni singolo dipendente, come l’eliminazione delle palette di plastica nei distributori di caffè o l’utilizzo di borracce personalizzate.

Come Manifatture Sigaro Toscano avete puntato su una produzione più sostenibile già dal 2013, quando avete iniziato a supportare i coltivatori per migliorare la qualità del tabacco Kentucky e attuare buone pratiche agricole nel rispetto dell’ambiente. Che bilancio fa di questa iniziativa? In questi anni ci sono state evoluzioni dal punto di vista della coltivazione sostenibile?Partiamo da un presupposto: per sua natura il sigaro Toscano è già un prodotto sostenibile. È tabacco, con un processo di crescita a cui prestiamo moltissima attenzione. Per MST, in particolare, la parola sostenibilità ha, tra i diversi significati, un punto di vista molto preciso: garantire un futuro per i coltivatori attraverso certezze, progettualità, investimenti e rispetto per il pianeta. Il bilancio di questo approccio? Una filiera italiana di alta qualità, con 2 mila addetti, 200 imprese familiari, oltre 1.300 ettari coltivati in Italia, soprattutto in Toscana, Lazio, Campania, oltre che in Veneto e Umbria, protetta e valorizzata. Assorbiamo più del 90% della produzione nazionale di Kentucky e oltre il 95% di quello da fascia. Essere accanto ai coltivatori è l’unico e il miglior modo per assicurare ai tanti appassionati una materia prima di altissima qualità. Ai fornitori di tabacco italiani viene richiesta l’adesione al Disciplinare di Produzione, un documento importante che contiene il Manuale delle buone pratiche agricole e l’ALP – Pratiche di lavoro agricolo, che viene aggiornato alle novità emanate dall’autorità europea. Il manuale contiene delle linee guida come scelta del terreno, concimazione (materiali e pratiche), lavorazioni, pesticidi, irrigazione, gestione avversità, malattie, raccolte, attenzione al territorio e all’ambiente, con un razionale uso delle risorse disponibili preservando la sostenibilità con un uso appropriato e corretto degli agrofarmaci.

Gli impianti fotovoltaici montati da diversi anni sugli stabilimenti di Lucca e Cava de’ Tirreni testimoniano l’attenzione della vostra azienda per le energie rinnovabili. Su questo fronte avete investito o avete in programma di investire ulteriormente per ridurre l’impatto sull’ambiente della vostra produzione?Proseguiamo la via tracciata dagli investimenti fatti nel passato e dai risultati in termini di contributo eco sostenibile: gli impianti fotovoltaici coprono fino al 35% del fabbisogno per la manifattura di Cava e fino al 70% per quella di Lucca. Il solo impianto di Cava porta un risparmio di CO2 equivalente a piantare 16.100 alberi, in pratica come se fossero 13 campi da calcio, ogni anno. Per Lucca, invece, si tratta di oltre 98.900 alberi piantati all’anno, equivalenti a 78 campi di calcio. In entrambi gli stabilimenti, inoltre, abbiamo installato degli impianti di trigenerazione a metano e, sempre con il fine di ottimizzare i consumi, abbiamo di recente sostituito i compressori a favore di nuovi modelli a maggior efficienza. La mappatura dei consumi di energia ci consente, infine, di intraprendere azioni di miglioramento per la diminuzione di consumi, come l’introduzione di illuminazione a Led e macchine a maggiore efficienza energetica.

A proposito di investimenti, è dell’estate scorsa l’annuncio del vostro piano da 70 milioni di euro in cinque anni a sostegno della filiera del tabacco Kentucky italiano. In cosa consiste e perché siete dovuti intervenire?Ricollegandomi a una delle domande precedenti, la sostenibilità della filiera del Kentucky è una priorità strategica per MST. Una filiera che negli ultimi anni è stata colpita da una forte crisi: alla mancanza dei contributi comunitari, compensati dall’aumento dei prezzi di acquisto della materia prima, si sono aggiunte stagioni che hanno colpito le coltivazioni con gravi danni alla produzione. Già nel 2019 avevamo siglato un accordo programmatico per l’acquisto di tabacco fino a tutto il 2024. Ma le nuove difficoltà ci hanno convinto a mettere sul tavolo un ulteriore sussidio ai coltivatori maggiormente colpiti, misurato in base alle superficie coltivate e al tabacco che verrà consegnato.

Come abbiamo visto, l’attenzione per la filiera e l’adeguamento dei processi produttivi per la salvaguardia dell’ambiente richiedono dei costi. È giusto che anche i consumatori vi contribuiscano (con un aumento dei prezzi dei prodotti) o si tratta di investimenti strategici che ogni azienda deve fare, magari con il sostegno delle istituzioni?Il nostro è un settore complesso e particolare. In linea generale credo sia giusto che i consumatori partecipino ai costi economici della sostenibilità in vista di un beneficio collettivo futuro. Un po’ come avviene coi prodotti biologici o solidali, che in genere hanno costi più alti. Ma qui parliamo di un settore regolato da norme ben precise, in cui la componente fiscale è preponderante. Fino a oggi siamo riusciti limitare al massimo il trasferimento dei maggiori costi sui prezzi al pubblico, in quanto il sigaro a marchio Toscano è sempre stato un lusso accessibile a tutti e tale vogliamo farlo rimanere.

Le sigaraie, ancora oggi un simbolo della vostra produzione, furono tra le prime donne a entrare con gli stessi diritti degli uomini nel mondo del lavoro. Si dice sia un background che spesso viene trasmesso di madre in figlia. In un mondo sempre più attento alla diversity: c’è il rischio di un gender gap al contrario?Entrando nel reparto dei sigari a mano di Lucca si respira un’atmosfera magica, come se il tempo si fosse fermato. Lì circa 40 ragazze danno vita a più di 500 sigari al giorno ciascuna. Sono passati 200 anni, ma pazienza, precisione e resistenza fisica sono le tre marce in più che le donne hanno dimostrato in questa particolare attività che le vede da sempre protagoniste. E poi c’è la tradizione, che nel caso delle sigaraie è fortissima. Ma ci piace non dare mai nulla per scontato, anche un uomo può proporsi e iniziare il lungo periodo di formazione!

Un’ultima domanda. Tante aziende del tabacco stanno sperimentando prodotti di nuova generazione. Vedremo un domani un sigaro Toscano elettronico?Direi proprio di no. Il sigaro Toscano è altro. Abbiamo un elemento tattile e un elemento olfattivo che non possono essere sostituiti. Quando acquisti un “fatto a mano” stai acquistando un prodotto realizzato con cura e con gesti sapienti che si tramandano da secoli. Chi lo realizza, spesso si definisce stilista. Noi facciamo parte di un altro mondo, meno compulsivo, più lento e contemplativo: quando si accende un sigaro Toscano si stanno accendendo tutti i cinque sensi.

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