L’intelligenza artificiale secondo Paolo Benanti: sfide e opportunità

Le nuove frontiere dell'Intelligenza Artificiale per la formazione e il lavoro secondo Padre Paolo Benanti, unico italiano nel Comitato sull’Intelligenza Artificiale delle Nazioni Unite

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“Ai giovani suggerisco di ‘rompere’ l’Intelligenza Artificiale per capire quali sono i suoi limiti e trovare lo spazio dove l’essere umano continuerà ad essere insostituibile”. Questo è uno dei consigli che Padre Paolo Benanti, tra i massimi esperti di etica delle tecnologie, ha condiviso durante l’incontro Algoretica: sfide e orizzonti dell’AI per un nuovo Umanesimo Digitale organizzato da 24Ore Business School. La testimonianza di Benanti ha inaugurato il ciclo di appuntamenti della serie AI Revolution: The Business Game-Change moderati da Alberto Maestri e pensati per discutere l’impatto dell’Intelligenza Artificiale nei diversi settori economici e ambiti professionali.

Padre Paolo Benanti e l’Umanesimo Digitale

Unico italiano nel Comitato sull’Intelligenza Artificiale delle Nazioni Unite, durante il confronto Padre Benanti ha parlato di Umanesimo Digitale, condividendo con gli studenti e il folto pubblico collegato in streaming la sua visione rispetto all’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale in ambito formativo, evidenziando le ricadute sul mondo del lavoro.

L’Intelligenza Artificiale non serve specificatamente a fare qualcosa, ma è in grado di cambiare il modo con cui facciamo le cose. Sicuramente uno dei campi di applicazione dell’AI sarà quello dell’educazione, dove potrà essere utilizzata per soddisfare e riconoscere o riconoscere e soddisfare quelli che sono i bisogni formativi dei singoli, offrendo percorsi personalizzati”, ha affermato Padre Benanti, che da anni svolge anche il ruolo di Professore alla Pontificia Università Gregoriana.

L’impatto dell’AI sull’occupazione

In merito ai cambiamenti che l’AI porterà nel mondo del lavoro, ha aggiunto: “Ogni processo innovativo ha avuto una ricaduta sulle professioni. Non c’è tecnologia innovativa che non abbia fatto estinguere una serie di lavori e, in certa misura, determinato la nascita di altri. L’impatto più alto dell’AI sarà nel terziario, cioè in quelle attività professionali che potremmo definire intellettive o intellettuali. È lì che vedremo i maggiori cambiamenti. Ma affinché siano positivi, non basta l’innovazione di per sé; bisogna trasformare l’innovazione in una forma di sviluppo, con un’attenzione particolare alla qualità di vita del lavoratore”.

L’etica dell’Intelligenza Artificiale

Tra gli argomenti trattati da Padre Benanti, l’algoretica, neologismo coniato per indicare un’etica degli algoritmi volta a codificare principi e norme in un linguaggio comprensibile e utilizzabile dalle macchine. Solo in questo modo, secondo Benanti, sarà possibile creare macchine capaci di diventare strumenti di umanizzazione del mondo.

Paolo Benanti: alle origini dell’algoretica

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