Imperativo connessione: intervista a Damon Jones di P&G

Valori e fiducia. È quanto deve trasmettere oggi la comunicazione d’impresa per creare una vera relazione con i consumatori, che chiedono sempre più alle aziende di impegnarsi attivamente per il bene della società e dell’ambiente. E che non si accontentano più di promesse aleatorie. Ne è convinto il Chief Communication Officer del Gruppo Procter & Gamble

David-Jones-Procter-&-GambleNato a Detroit, Damon Jones è entrato in Procter & Gamble nel 1997. Da allora ha ricoperto incarichi di crescente responsabilità fino a raggiungere, nel 2020, quello di Chief Communications Officer dell’intero gruppo

La pandemia seguita dalla guerra in Ucraina e le sue conseguenze, anche economiche. L’affermazione dell’Intelligenza Artificiale, con i relativi timori etici e occupazionali. Senza contare la crescente preoccupazione per la salvaguardia di un pianeta fortemente a rischio. Il mondo sembra farsi più complesso ogni giorno che passa e, di rimando, i cittadini chiedono a gran voce che le aziende intraprendano un nuovo corso che, al lecito obiettivo di un profitto, affianchi un concreto impegno a vantaggio della società e dell’ambiente. In questo contesto come è cambiata, sta cambiando ed è destinata a cambiare ancora la comunicazione d’impresa (e di conseguenza il ruolo del comunicatore)? Ne abbiamo parlato con Damon Jones, che dall’alto del suo ruolo di Chief Communication Officer di P&G è responsabile dell’immagine e della reputazione di una multinazionale che vanta quasi 100 marchi.

Cosa significa fare comunicazione d’impresa oggi?
Per me, la bellezza della comunicazione risiede nel potere della connessione. Connessione tra le persone, connessione tra principi. Come dico spesso, fare comunicazione d’impresa è semplicemente comunicare valori e fiducia. So bene che, quando le persone ti concedono il loro tempo per una chiacchierata o anche solo per ascoltarti, fanno un investimento. A me piace potenziare quell’investimento trasformandolo in una connessione. Alla fine, si tratta di aiutare le persone a capire meglio se stesse e il mondo che le circonda. Sono sempre stato interessato da tutto ciò che è in grado di coinvolgere le persone, per questo penso di aver saputo da sempre, o quasi, che avrei lavorato nel campo della comunicazione, sul fronte giornalistico o d’impresa. Fa parte di ciò che sono.

COMUNICAZIONE D’IMPRESA: LO SPECIALE DI BUSINESS PEOPLE

Come è cambiata la comunicazione di P&G negli ultimi anni, dopo la pandemia e la guerra in Ucraina?
Storicamente P&G è sempre stata un’azienda molto incentrata sui consumatori. Cerchiamo di entrare in relazione con loro invece di limitarci a comunicare i nostri prodotti. Questo approccio ci ha spinto a dedicarci a ciò che riteniamo davvero importante e, durante la pandemia, dipendenti e sostenere le comunità intorno a noi. Le persone erano in cerca di risposte, così noi ci siamo concentrati costantemente su questi tre punti, prestando attenzione al reale impatto delle nostre azioni. Abbiamo corso il rischio di risultare noiosi? Forse, ma eravamo convinti di no, perché in quel momento tutti eravamo focalizzati sugli stessi temi principali: sicurezza, salute, servizi di supporto… La guerra e tutte le sfide che stiamo affrontando hanno portato i consumatori a fare pressione perché alle belle parole seguano azioni coerenti e concrete, per questo cerchiamo di assicurarci che anche la nostra comunicazione sia utile. La comunicazione in sé può essere un servizio, perché le informazioni e la conoscenza sono un prodotto di valore.

Dunque, sente la responsabilità di dover fare vera e propria informazione, oltre a comunicare i vostri prodotti e le vostre iniziative?
Certo. Credo davvero che i consumatori vogliano conoscere i valori su cui si basano prodotti e aziende, questo perché sono persone a tutto tondo ed è così che cerchiamo di pensare a loro. Per questo nelle nostre iniziative di comunicazione, qualsiasi esse siano, cerchiamo di…

L’intervista a Damon Jones continua sul numero di Business People di settembre 2023

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