Illycaffè: orientati al bene comune

Fin dalla nascita l’azienda triestina ha adottato un modello di business che integrasse gli obiettivi economici con aspetti di natura sociale e ambientale, come racconta David Brussa, Total Quality Director and Sustainability dell’azienda

David Brussa (foto © Roberto Pastrovicchio)

David Brussa, una carriera pluridecennale in illycaffè, è Total Quality Director and Sustainability dell’azienda, attiva da più di 90 anni e da sempre, anche quando non era così comune farlo, attenta e impegnata sui temi della sostenibilità.

In che modo, in illycaffé, declinate il concetto di sostenibilità?
Fin dalla nascita abbiamo orientato le nostre strategie verso un modello di business sostenibile capace di determinare vantaggi competitivi per l’azienda, integrando obiettivi economico-reddituali con aspetti di natura sociale e ambientale. Dal 2019 abbiamo trasformato il nostro stato giuridico in Società Benefit, confermando la scelta di continuare a crescere promuovendo un modo diverso di fare business, basato su una strategia orientata al bene comune.

In concreto, che cosa significa?
Sono tre gli ambiti di intervento recepiti nello statuto e sui quali ci focalizziamo: il primo è quello della catena responsabile del valore e dell’agricoltura sostenibile, che si realizza attraverso l’analisi e il miglioramento degli impatti lungo la filiera del caffè, la ricerca sul campo e il trasferimento di conoscenza, nonché il sostegno all’agricoltura integrata per preservare e migliorare la qualità sostenibile del caffè; il secondo è legato alla qualità della vita e viene perseguito attraverso i principi della sostenibilità economica, sociale e ambientale, anche favorendo partnership globali finalizzate a questo obiettivo; il terzo riguarda l’economia circolare a beneficio del pianeta, che prevede il miglioramento dell’efficienza energetica e del consumo delle risorse per ridurre progressivamente le emissioni lungo la filiera.

Fino a qualche anno fa, un job title  come il suo sarebbe parso impensabile: che cosa è cambiato?
Il concetto di sostenibilità, così come la sensibilità delle persone nei suoi confronti, si è evoluto negli anni. L’istituzione di una figura ad hoc definisce proprio l’aumentata sensibilità e consapevolezza di quanto sia strategico per un’azienda operare in modo sostenibile e creare valore economico sociale e ambientale.

A proposito di questa intervista

Questa intervista è tratta da   I Campioni della Sostenibilità 2023, terza edizione dello speciale di  Business People  pubblicato sul numero di gennaio-febbraio . Per leggere la versione completa e approfondire altri temi della rivista, puoi scaricare il numero in versione digitale  cliccando qui

Parliamo del Sustainability Procurement Program  di illycaffè: di che si tratta?
La nostra filiera sostenibile si basa su un sistema di relazioni dirette con i fornitori che si regge su quattro pilastri fondamentali: selezionare e lavorare direttamente con i migliori produttori di Arabica; trasferire loro la conoscenza, formandoli a una produzione di qualità nel rispetto dell’ambiente attraverso l’Università del Caffè e il lavoro quotidiano sul campo con agronomi specializzati; ricompensarli per la qualità prodotta, pagando loro prezzi superiori a quelli di mercato, stimolando il miglioramento continuo e rendendo sostenibile la produzione; creare una comunità di produttori che si incontra virtualmente nella piattaforma a loro dedicata, Circolo illy.

Quali sono stati i benefici in termini sociali e anche commerciali di questa scelta?
Secondo l’International Coffee Organization ogni anno nel mondo si bevono oltre 500 miliardi di tazze di caffè e la domanda è in contante crescita. Costituisce l’unica fonte di reddito per molti degli oltre 25 milioni di coltivatori, esponendoli a una serie di rischi legati a diverse variabili, fra cui l’andamento del prezzo sempre più volatile e le vicende climatiche che diventano ogni anno più estreme. La filiera deve generare sostenibilità economica, sociale e ambientale.

Qual è il progetto di cui siete più orgogliosi, sul fronte della sostenibilità?
Direi quello che stiamo portando avanti insieme alla Fondazione Ernesto Illy per l’implementazione della Virtuous Agriculture  nell’ambito del caffè. Si tratta di un modello messo a punto dal presidente dell’azienda, Andrea Illy. Il progetto si basa sulla capacità del suolo di assorbire carbonio sotto forma di biomassa, che è di tre volte superiore al carbonio contenuto nell’atmosfera. Arricchendo il suolo di materia organica si innescano una serie di effetti positivi, a iniziare dalla biodiversità del suolo stesso che, attraverso il microbiota – formato da migliaia di microrganismi che producono difese immunitarie naturali per la pianta – aumenta la fertilità senza avvalersi di sostanze chimiche, è resiliente ai fattori atmosferici, migliora la salute del suolo e quindi della pianta, dei suoi frutti e, a cascata, della salute umana. Attualmente stiamo testando il modello in due piantagioni del Guatemala e dell’Etiopia.

La macchina del caffè X1 ESE & Ground è dotata di una tecnologia che garantisce un minor dispendio energetico e sfrutta le nuove cialde Ese in carta compostabile industriale

La macchina del caffè X1 ESE & Ground è dotata di una tecnologia che garantisce un minor dispendio energetico e sfrutta le nuove cialde Ese in carta compostabile industriale

Parliamo dell’ambizioso obiettivo Carbon Neutrality 2033 : che cosa state facendo per raggiungerlo?
La capacità di andare verso una società che decarbonizza, in cui i singoli business e le singole persone possono fare la differenza, rappresenta un passaggio fondamentale nella lotta contro il cambiamento climatico. Come azienda stiamo attuando una precisa strategia per arrivare a essere carbon neutral entro il 2033, anno del nostro centenario. Le prime attività che abbiamo implementato sono legate ai prodotti sostenibili in grado di offrire soluzioni che rispondono in maniera soddisfacente ai bisogni dei consumatori, utilizzando una quantità minore di risorse materiali ed energetiche, con conseguente minore impatto ambientale, come i materiali monouso ecosostenibili che consentono una riduzione della plastica pari a più di 175 tonnellate all’anno e le macchine da caffè X1 “Ese & Ground” e “Iperespresso”, dotate di una tecnologia che garantisce un minor dispendio energetico e che unisce due sistemi di preparazione ambientalmente sostenibili, quello delle nuove cialde Ese in carta compostabile industriale e nuovi materiali di imballaggio primario o secondario che siano in grado di garantire la qualità del caffè, ed essere più facilmente riciclabili o a ridotto impatto ambientale rispetto ai quelli già in uso, processo in continuo divenire sia per i materiali stessi che per le tecnologie innovative via via accessibili al mercato.

Nel frattempo, avete raggiunto gli obiettivi fissati dal protocollo di Kyoto ben prima di molte altre realtà italiane e straniere.
Questi obiettivi facevano parte del nostro piano di sostenibilità e siamo riusciti a raggiungerli prima del 2020. Abbiamo lavorato per ridurre del 20% le emissioni di gas a effetto serra, portare al 20% il risparmio energetico e aumentare al 20% il consumo di fonti rinnovabili, chiedendo a un Energy Manager e un team dedicato di verificare quali migliorie si potevano fare nelle fasi produttive per ridurre l’impatto energetico. Ci hanno presentato un piano, che abbiamo implementato costantemente, fino a raggiungere l’obiettivo dichiarato. Ne siamo orgogliosi.

Siete stati anche la prima azienda italiana del settore a diventare B Corp, nel 2021: perché è un traguardo importante? E quali sono gli obiettivi futuri?
Abbiamo intrapreso il percorso di certificazione B Corp a coronamento del nostro impegno a mantenere un impatto positivo sulla società e sul nostro pianeta, affiancandoci a quel network di aziende che, come noi, promuovono un modello di business basato su una strategia orientata alla creazione di valore sostenibile nel lungo termine. I nostri obiettivi futuri sono gli stessi di tutte le B Corp: quelli di usare il business come motore del progresso sociale, ambientale ed economico.

Che cosa significa per lei, come manager ma prima di tutto come cittadino, vivere in maniera davvero sostenibile?
Significa dare l’esempio, mettere in moto tutte quelle piccole e grandi azioni che ci fanno vivere in maniera davvero sostenibile, dal risparmio dell’acqua mentre mi lavo i denti all’attenzione nell’uso della luce elettrica nelle varie stanze durante la giornata, al preferire il treno all’aereo per certe distanze, creare nel mio condominio una piccola “comunità energetica” per realizzare un impianto fotovoltaico per uso condominiale e privato, recuperare l’acqua piovana e del lavaggio delle verdure per innaffiare le piante, ridurre in modo significativo la carne rossa a favore delle carni bianche o di proteine vegetali.

Dalla collaborazione con Kartell è nata la sedia ReChair, prodotta con le capsule riciclate di caffè Iperespresso illy

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