Enzo Miccio: l’eleganza è nei dettagli

Il celebre wedding planner, volto televisivo di Real Time, detta la sua ricetta per l’uomo impeccabile: «Vestire sopra le righe è un segno di personalità, ma senza perdere di vista il buon gusto». Il verde dà energia, l’accessorio giusto può salvare qualsiasi outfit. L’errore più grave è sbagliare taglia. Un maestro del look? Il Grande Gatsby

Consultare gli “oracoli dello stile” per carpire i segreti dei loro look impeccabili. Ma anche capire come rapportarsi alle mode e, allo stesso tempo, non sbagliare quando si scelgono i classici simboli dell’eleganza. Business People vi porta a casa – o meglio, nell’armadio – degli uomini più glamour d’Italia, dei volti e delle firme che studiano le tendenze per farle proprie e suggerirle agli altri. Si comincia con l’arbiter elegantiae del nostro Paese, Enzo Miccio, wedding planner e volto televisivo di Real Time.

Nato a San Giuseppe Vesuviano, in provincia di Napoli, nel 1971, dopo essersi trasferito a Milano ha conseguito il diploma all’Istituto europeo di design (Ied). Il suo percorso professionale ha avuto inizio nel settore della moda, curando l’organizzazione di sfilate ed eventi e occupandosi della realizzazione di servizi fotografici. In tale ambito, Miccio ha collaborato con diverse testate giornalistiche non solo per il mondo fashion, ma anche relativamente alla scenografia e alla mise en place, ovvero l’allestimento e la decorazione ad hoc della tavola. Appassionato di lirica e di sontuose rappresentazioni teatrali, ha sempre fatto dell’attenzione maniacale per i particolari il punto di forza della sua attività, all’insegna della ricercatezza, della classe e del bon ton.

Oltre al programma Wedding Planners (Real Time, 2005-2014), che ha avuto il merito di aver fatto conoscere al grande pubblico tale figura professionale, abbiamo visto Miccio anche in altre trasmissioni di successo del canale dell’intrattenimento femminile per eccellenza: Ma come ti vesti?! (dal 2009, in corso) e Shopping Night (2011-2014), in coppia con Carla Gozzi, nonché L’eleganza del maschio (2013), solo per citarne alcune. Nel 2014 ha partecipato a Ballando con le Stelle e, nel 2015, è stato giurato di Notti sul Ghiaccio (entrambi su RaiUno). Di recente ha condotto Real Time a Sanremo con Enzo, quattro puntate in cui l’esperto di stile ha commentato il look dei cantanti in gara al Festival e dei personaggi della manifestazione canora, e ha presentato le nuove collezioni da lui firmate e realizzate da Comete Gioielli per le spose.

In che cosa consiste lo stile per lei?
Lo stile è un’attitudine. La predisposizione naturale a cogliere il bello nelle cose che ci circondano e a farlo proprio, attraverso il modo di essere, di vestire e di porsi. È il perfetto equilibrio tra l’estro personale e il buon gusto.

Che rapporto ha con le tendenze?
Seguo molto le mode. Mi informo, frequento le sfilate, leggo riviste e sono appassionato di storia della moda. Mi piace prendere ispirazione dai grandi trend setter, ma al contempo sono un sostenitore dello stile personale. Ciascuno può essere di tendenza senza omologarsi. Bisogna sempre usare l’intelligenza e un po’ di creatività.

Meglio la sobrietà o la provocazione?
Più che di provocazione parlerei di originalità. Non amo la provocazione, prediligo sempre il buon gusto. Sobrietà e originalità non sono necessariamente in opposizione. Dipende sempre dai contesti. Chiaramente, in ambienti formali o professionali conviene essere sempre sobri, perché attirare l’attenzione per delle stravaganze potrebbe suscitare giudizi negativi. In ambienti informali, e soprattutto nel mondo della creatività, invece, essere originali e un po’ sopra le righe è un segnale di personalità e spesso comunica allegria.

Tre aggettivi che associa al concetto di eleganza?
Ciò che è elegante è bello, e in questo caso per bellezza intendo l’armonia perfetta delle forme e dei colori secondo i canoni della scultura greca. L’elegante è anche affascinante, perché riesce ad attrarre l’attenzione e a farsi ricordare. Ciò che è elegante è equilibrato, non eccede e rappresenta la proporzione tra il buon gusto e la personalità.

È innata o si acquisisce?
L’eleganza è innata, non si può insegnare. Si può modellare sul proprio profilo, ma se non la si possiede non si acquisisce. È un gusto estetico che permette di essere ricordati e di distinguersi in positivo.

Cosa non può mancare nel suo armadio?
Il blazer blu. Il classico di un guardaroba maschile, come il tubino per la donna. Il capo passe-partout facilmente adattabile a situazioni formali e informali in base agli abbinamenti.

L’accessorio per lei fa la differenza?
Assolutamente sì, gli accessori completano il look e donano un tocco di personalità. È quel pizzico di sale che spesso riesce a dare sapore all’outfit più scialbo. Io amo indossare la pochette, o per i puristi della lingua il fazzoletto da taschino: rappresenta, infatti, un accessorio di estrema eleganza. È il tocco di stile, chic e originale col quale mi piace giocare.

La scarpa che non toglierebbe mai?
Sono un amante delle calzature, ho un rapporto con esse quasi insano: le compro anche se non trovo il mio numero per il gusto di ammirarle. Adoro i mocassini e le scarpe da sera in velluto. Se dovessi però sceglierne un paio non ho dubbi: un paio di Brogue nere nel modello Oxford, sempre perfette in qualsiasi momento. Mi piacciono le scarpe su misura: rappresentano il privilegio di possedere un prodotto unico, appositamente pensato secondo i propri desideri, sono un’esperienza esclusiva.

Il colore o i colori preferiti?
Amo il verde, il colore della natura. In cromoterapia il verde infonde calma, necessaria per raggiungere i propri obiettivi. Ho letto che è collegato al chakra del cuore, quindi dei sentimenti e dell’amore puro. Secondo la filosofia indiana, il colore verde è capace di stimolare positivamente i pensieri, attraverso delle vibrazioni armoniche. Per me rappresenta l’energia. Ovviamente non disdegno il blu, col quale non sbagli mai.

I materiali/tessuti prediletti?
Amo i tessuti che hanno una storia, che sono espressione dell’eccellenza artigianale e della sapienza sartoriale. In particolare, sono molto affascinato dal velluto. Pochi tessuti accarezzano i nostri sensi con una tale intensità e solleticano la nostra fantasia, narrandoci storie di interni opulenti e abiti regali, come il velluto con i suoi toni brillanti, apprezzato ormai da secoli da stilisti, artisti e amanti del bello in genere.

L’epoca storica che considera più interessante dal punto vista dello stile?
Gli anni 20-30. Lo scettro dell’eleganza è in terra anglosassone nelle mani di due icone maschili, il principe Edoardo VIII e il personaggio letterario, Jay Gatsby. Il protagonista del famoso romanzo di Francis Scott Fitzgerald indossa il tuxedo (o smoking, in Europa) per la sera, lasciando il frac solo ai direttori d’orchestra: ha ispirato tanti uomini di stile. Le donne abbandonano i rigidi corsetti verso linee fluide. Lo stile è divertente e folgorante. Gli abiti sono pieni di frange, piume e perline con collane lunghe di perle, fasce in testa, scarpe Mary Jane e cappelli a cloche. Coco Chanel crea il look della donna moderna nel segno della praticità e dell’eleganza essenziale. Fu la prima a indossare pantaloni e cardigan, e a reinventare completamente il tailleur. Salvatore Ferragamo diventa il “ciabattino delle dive” con le sue opere d’arte e inventa la zeppa. In conclusione, un’epoca piena di ispirazioni geniali.

Il tipo di profumo che preferisce?
Amo i profumi e ne ricevo spesso in regalo, quindi mi riesce difficile sceglierne uno. Cambio spesso in base alle situazioni e alle stagioni. Se penso a un grande classico, mi viene in mente Pour Monsieur di Chanel del 1955. Mentre Marilyn Monroe dichiarava il suo amore al N°5, Chanel pensava agli uomini creando Pour Monsieur firmato da Henri Robert. Per un uomo elegante e attento ai piccoli gesti, carismatico e vivace. Una fragranza di un fascino discreto, ma sorprendente. Una composizione chic e intramontabile.

Il suo stilista preferito?
Filippo Scuffi, un genio delicato e raffinato che non ama sorprendere, ma emozionare. Uno stilista che non dimentica mai di inserire, in ogni sua collezione, un pizzico di storia che ci aiuta a tenere sempre bene in mente da dove veniamo. Disegna da anni per lo storico brand inglese Daks. E poi l’ineguagliabile Tom Ford… sempre e per sempre.

L’errore di stile imperdonabile?
Ho un elenco di errori di stile imperdonabili. Per esempio, uno dei più comuni e importanti è sbagliare taglia. Sembra una cosa scontata, ma sia uomini che donne fanno molti errori in questo campo. La vestibilità è fondamentale e la gente fa fatica a capirlo, ma se trovi qualcosa che ti calza bene, gran parte del lavoro è fatto. Poi l’altro errore è non vestirsi per l’occasione giusta, chiedetevi sempre: «Dove sto andando?». E poi ci sono alcuni abbinamenti maschili da evitare, come bretelle con la cintura: uno sostituisce l’altro, non vanno mai insieme. E non dimentichiamo poi il calzino bianco, la t-shirt con scollo a v (su petto villoso), la canottiera bianca, la scarpa rialzata….

Il capo che le piace indossato da altri, ma che non riesce a portare?
In generale tutto il mondo che racchiude lo stile casual. Non mi appartiene, ma lo apprezzo molto indossato dagli altri. Nei contesti adeguati, ça va sans dire!

E quello più originale che abbia mai indossato?
Una bellissima collezione di pigiami e vestaglie di La Perla che ho utilizzato come day wear: troppo belli, preziosi e originali per lasciarli confinati in camera da letto.

Un capo del passato che vorrebbe indossare oggi?
Le marsine del periodo settecentesco, una delle epoche storiche che mi piace e mi affascina di più.

Un aneddoto che parla del suo rapporto con la moda e lo stile?
Non ho aneddoti o episodi strani da raccontare, solo i miei sogni da bambino che con gli anni hanno preso pian piano la loro forma…

Che cosa rende elegante un uomo e cosa una donna?
L’eleganza è la somma di diverse cose e non è legata solo all’abito che si indossa. Una persona è elegante nel modo di porsi, di parlare, di gesticolare. In ogni comportamento si può trovare l’eleganza. Posso citare alcuni esempi, ma in generale, ripeto, è un insieme di dettagli. Per un uomo, per esempio, è importante saper modulare il tono della voce in base alle situazioni, per una donna è elegante riuscire a gestire alla perfezione quel sottile limite tra sensualità ed eccesso.

Un quadro, un film o un libro che considera emblema di eleganza, e perché?
La ragazza col turbante o La ragazza con l’orecchino di perla, un dipinto di Jan Vermeer. Ho avuto il piacere di ammirarlo nella Pinacoteca Reale Mauritshuis del Museo de L’Aia e sono rimasto colpito dalla luce che emana. I riflessi luminosi sulle labbra, la perla brillante realizzata con due sole pennellate: nei suoi dipinti Vermeer riusciva davvero a fare magie con la luce. L’artista creava opere che sembrano animate.

Un’abitudine o un rito a cui è affezionato, legato ad abiti e scarpe?
Essendo un fanatico delle scarpe, dedico tanto tempo alla loro cura con prodotti specifici. Mi piace che siano perfette, sempre, e lo faccio io personalmente. Ovviamente tutte hanno la loro forma in legno!

Qual è la sua icona di stile?
Sono tante le donne e gli uomini eleganti del presente e nel passato e tanti si sono contraddistinti per assurgere al titolo di “icone”. Il concetto che ho però io di “icona” è strettamente legato a un’immagine che non ha tempo, non databile, che rifugge i trend e l’omologazione: «Lo stile è l’immagine della personalità», scriveva Edward Gibbon nelle sue memorie. Non è un semplice fatto di look, di scelta di vestiti o di come vengono portati, è quella che in inglese si chiama self confidence, sicurezza. Nel mondo dello stile maschile, considero icone l’attore Cary Grant per la sua classe immortale, James Dean per il fascino tormentato, Marcello Mastroianni insieme a Gianni Agnelli e Robert Redford per un’eleganza senza pari. Riguardo ai contemporanei penso a Lapo Elkann, del quale ho sempre apprezzato l’attitudine e la creatività, Johnny Depp con il suo stile chic, a volte l’eccentrico Hamish Bowles e il bel Ryan Gosling. Se penso a dei nomi femminili mi vengono in mente Grace Kelly, Cate Blanchett, la regina Rania di Giordania, Diana Vreeland, Gwyneth Paltrow, Donna Marella Agnelli.

Che cosa indossare per essere sempre impeccabili sul lavoro?
Per gli uomini: rivisitate i classici dell’abbigliamento maschile, che non contemplano solo l’abito blu: puntate su completi dai tagli perfetti, che vi calzino a pennello. L’abito spezzato non è da escludere se gli accostamenti sono sobri (blu e beige, nero e grigio). In ambienti bancari si usa poco, ma in altri contesti è molto frequente e apprezzato. Il doppiopetto gessato è sempre un’ottima scelta, magari con un gilet più chiaro, cravatta in tono e pantaloni formali, non troppo larghi. La giacca monopetto è un intramontabile segno di eleganza maschile.

Con due o tre bottoni?
Nelle ultime stagioni, le tendenze dicono due bottoni. Dipende dalla figura che la indossa. Se l’altezza non supera il metro e settanta, evitate la giacca a tre bottoni e optate per quella a due che, formando una lunga V sul torace, allunga e snellisce la figura.

E per la donna?
Per una donna in carriera è importante essere impeccabile a lavoro, senza dimenticare però la femminilità. E allora consiglio di scegliere tra alcune opzioni. Il tailleur in tweed di Chanel, giacca-cardigan arricchita da orpelli come catene e bottoni dorati, gonna lunga fino al ginocchio e una camicia il cui tessuto è coordinato con l’interno del tailleur. O il tailleur bar di Christian Dior, estremamente femminile e caratterizzato da gonne plissè e giacca stringivita. Adatto alle forme “a clessidra” con vita stretta. Ma anche lo smoking da donna, disegnato per la prima volta da Yves Saint Laurent: pantaloni e giacca nera con camicia bianca. Infine, la giacca destrutturata, detta anche disossata, disegnata da Giorgio Armani: capo privo di imbottiture che cade linearmente sul corpo senza segnare.

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