Tasse, l’allarme dei commercialisti: pressione fiscale reale al 47,6%

Elbano-De-Nuccio

La pressione fiscale reale in Italia, calcolata sul Pil al netto del sommerso e dell’illegale, ha raggiunto il 47,6% nel 2021, secondo i numeri elaborati dalla Fondazione nazionale dei commercialisti. A livello europeo il nostro Paese è al primo posto insieme alla Danimarca ed è ben lontana dalla media del 40,4%.

Le previsioni dicono che la pressione fiscale reale dovrebbe calare ma in ogni caso sono urgenti nuovi interventi a sostegno del ceto medio, una necessità condivisa dal vice ministro dell’Economia Maurizio Leo. Un altro campanello d’allarme proviene dalle difficoltà che i commercialisti incontrano tutti i giorni nei rapporti con gli uffici territoriali dell’Agenza delle Entrate.

Tutti questi elementi sono stati evidenziati dagli Stati generali tenutisi alla Nuvola di Roma, dove il presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti e degli esperti contabili (Cndcec) Elbano de Nuccio ha parlato davanti ai rappresentanti di Governo, anche in una prospettiva di collaborazione sulle prossime riforme e leggi.

De Nuccio ha avanzato la proposta di ampliare lo scaglione con aliquota da 50 a 70mila euro: “L’intervento avrebbe certamente un costo, ma sarebbe comunque contenuto entro un limite massimo di 160 euro per contribuente, per cui è certamente da preferire rispetto a un’eventuale riduzione dell’aliquota del 43%, che avrebbe costi decisamente più elevati, in quanto a beneficiare della minore aliquota sarebbe in tal caso l’intera quota di reddito eccedente i 50 mila euro anziché soltanto quella da 50 mila a 70 mila euro. L’intervento, inoltre, potrebbe essere graduato nel tempo, incrementando la soglia massima dello scaglione di reddito a cui applicare il 35%, via via che le risorse si rendano disponibili”.

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