Va ancora avanti la causa di Elon Musk contro OpenAi. Per chi non lo sapesse già dallo scorso anno il patron di Tesla sta facendo di tutto per impedire a OpenAi di trasformarsi in un’impresa a scopo di lucro. La quarta ingiunzione preliminare è stata presentata lo scorso venerdì e riaccende i riflettori sulla necessità di ostacolare le pratiche per l’iter di cambiamento, attualmente in corso.
A fornire tutti gli aggiornamenti sul caso è TechCrunch, che ha anche divulgato il file depositato in tribunale. La difesa di Musk ha preso di mira non solo OpenAI e il suo ceo Sam Altman, ma anche alcuni dei suoi co-fondatori e il suo investitore Microsoft, con una serie di accuse tutt’altro che leggere che si concentrano in particolare sul fatto che le mosse di OpenAi violerebbero le leggi antitrust statunitensi.
Secondo Musk e i suoi avvocati, infatti, la società di ricerca sull’intelligenza artificiale e i suoi partner stanno «scoraggiando gli investitori dal sostenere competitor come xAI», che è l’azienda di AI di Musk. Ancora, nell’ingiunzione si legge che OpenAi starebbe «traendo vantaggio da informazioni concorrenziali sensibili ottenute illecitamente attraverso i collegamenti di OpenAI con Microsoft» e che se effettivamente la società si trasformasse in un’impresa a scopo di lucro si verificherebbe un «danno irreparabile».
Di fatto, si tratta dell’ennesima evoluzione della battaglia legale di Musk con OpenAI, che in sostanza accusa l’azienda di aver abbandonato la sua missione non-profit originaria di rendere i frutti della sua ricerca sull’intelligenza artificiale disponibili a tutti. Il motivo principale per cui il miliardario dice di essersi mosso è la “certezza” di essere stato truffato, dato che avrebbe donato, in passato, oltre 44 milioni di dollari a OpenAI sperando che avrebbe mantenuto i suoi “buoni propositi”.
Ora, Musk si dice tremendamente preoccupato per i “danni esistenziali” che la società di intelligenza artificiale potrebbe arrecare. Il miliardario ha anche dichiarato di non voler abbandonare il suo percorso perché se vincesse la causa OpenAi potrebbe non aver i fondi per pagare i danni e fallirebbe.
La reazione di OpenAi non è tardata ad arrivare: sempre a TechCrunch Hannah Wong, portavoce della società, ha dichiarato che «il nuovo tentativo di Elon, che ricicla nuovamente le stesse lamentele infondate, continua a essere completamente privo di merito». Già in passato, la società aveva respinto la causa definendola «spavalda, sfrontata e del tutto infondata».
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