Vino: la Val d’Orcia nel bicchiere. Le etichette da provare

Dieci bottiglie più una da non perdere per conoscere il meglio di questa affascinante, ma troppo poco nota, doc toscana

Esiste un angolo in Toscana meno battuto di altri, ma che sa dare il meglio di sé, grazie a un mix originale e unico di ricchezza enogastronomica e paesaggistica. Merito dell’intraprendenza dei suoi viticoltori, che hanno investito nel territorio e non solo nei filari. Stiamo parlando della Val d’Orcia doc, colline meravigliose ormai entrate nell’immaginario collettivo mondiale, che hanno contribuito a spingere i risultati dei suoi vini sempre più in alto.

Oggi questa zona non è solo sinonimo di 18 cittadine d’arte (tra cui Buonconvento, Castiglione d’Orcia, Pienza, Radicofani, San Quirico d’Orcia, Trequanda), Parco della Val d’Orcia (dal 2004 Patrimonio Unesco) e paesaggio agricolo più fotografato al mondo, ma significa anche artigianato ed eccellenze alimentari che vanno ad affiancare il doc Orcia, dall’olio extravergine ai tartufi bianchi, passando per salumi e zafferano.

Vino: viaggio nella Val d’Orcia

In un ideale percorso di degustazione enoica potremmo iniziare dalle bottiglie che si avvicinano agli esiti del vicino Brunello di Montalcino, a partire dal signorile e fruttato Tribolo Orcia Sangiovese Riserva 2011 di Podere Albiano da Trequanda, per proseguire con il Sornione Orcia Sangiovese Riserva 2012 di Val d’Orcia Terre Senesi, completamente biologico, con rimandi fruttati in primis, ma anche spezie, cacao e tabacco, sottolineati dal tannino vellutato che pare una bella costante nei vini riserva della zona.

Il Frasi Orcia Sangiovese Riserva 2012 di Marco Capitoni a Pienza affianca in famiglia un notevole e intrigante vino in anfora giovanissimo, ma è sempre il portabandiera perché nasce da “vecchie viti” (dal 1973) a quasi 450 m, vino di spessore minerale e speziato con note di frutta di bosco nera e rossa condite da refoli balsamici pregevoli. Il Tocco Orcia Sangiovese Riserva 2013 di Campotondo arriva fino a 500 m, e si spinge su maturità e ricchezza della trama tannica ed estratto di frutto. Il risultato è un equilibrio pregevole e particolare nel bicchiere. Segnaliamo poi il Rosso Dongiovanni Orcia Sangiovese Riserva 2013 a San Giovanni d’Asso di La Canonica: ha complessità, eleganza e struttura da vendere e invita subito al sorso successivo, tra profumi di frutti di bosco maturi, note ferrose e spezie fini in sottofondo. Il Rosso Granato Orcia 2013 dei Loghi a San Giovanni d’Asso è cupo e imponente con le sue note speziate e fumé, con toni appena sanguigni ma intriganti, che si fondono a note di tostature e vaniglia.

Proseguendo, Sesterzo Orcia Sangiovese 2014 di Poggio Grande a Castiglione d’Orcia si distingue per note molto speziate e vanigliate (da barrique), che non ne pregiudicano la piacevolezza di beva, mentre l’Arcere Orcia 2015 di Roberto Mascellone a Castiglione d’Orcia è un vino scuro e intenso, intrigante e sfaccettato, tra note di pellame nobile, mirtillo e cassis.

Spicca sempre nel panorama Cenerentola Orcia 2015 di Donatella Cinelli Colombini, che con la sua bellissima azienda a Trequanda spesso ha mostrato agli altri la via da seguire. Cenerentola è un vino originale e gustoso, con note di frutto rosso, spezie, anice e tabacco, giovane ma con una lunghezza di polpa notevolo. Consigliamo poi anche L’Orcia Rosso 2016 di Sassodisole a Torrenieri, che mostra come in gioventù, se giocati leggeri, i vini dell’Orcia doc possano essere corposi e rotondi senza perdere freschezza e piacevolezza di beva.

A questi dieci campioni va aggiunto un fuoriclasse che ormai fa parlare di sé in tutto il mondo, come il Petrucci di Podere Forte, un sangiovese 100% completamente in biodinamica dai toni molto intensi e spezie dolci, amarena, kirsch, tabacco e un sapore avvolgente e sontuoso, che si allunga in un finale ricco.

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