Vini: alla scoperta del Grüner Veltliner

Con l’arrivo della bella stagione è tempo di un bianco fruttato e speziato dalle mille sfaccettature. La nostra selezione delle etichette più interessanti

La primavera è alle porte la voglia di freschezza torna a farsi sentire. In questo senso l’Austria ha un’arma straordinaria in grado soddisfare le vostre papille gustative come pochi altri vitigni. Pesca, miele, albicocca, agrumi e tanto pepe: ecco il ritratto del Grüner Veltliner, incrocio spontaneo tra Traminer e Sankt George che domina la scena dagli anni ’50 ed è sopravvissuto alle sorprendenti rivoluzioni qualitative vissute dal Paese. Da queste uve nascono vini che spaziano dai più leggeri ai pesi massimi da competizione, in molti casi con un residuo zuccherino che li fa apparire appena dolci, ma ideali per abbinamenti esotici e piatti speziati.

Per esempio, dalla zona Traisental, il Reserve “Der Wein vom Stein” di Neumayer ha note di mela verde e zenzero, lime definito e stuzzicante, e sapidità agrumata che domina il palato, mentre il “Das Beste vom GV” Reserve di Malat, dalla zona di Kremstal, ha naso di mela matura e in confettura, frutto esotico, zafferano e burro speziato, persistente nel fruttato al gusto, con nocciola sul finale. È più compassato Loimer, con il Kamptal DAC Reserve Grüner Veltliner Ried Spiegel, caratterizzato da frutta e mineralità e freschezza. Sempre a Kamptal, Martin Arndorfer e Anna Steininger coltivano le loro viti sui terrazzamenti della valle del fiume Kamp, su un giacimento di ferro e minerali che pare quasi si riflettano nel loro Strasser Weinberger. Nella zona più famosa anche dal punto di vista turistico, ovvero la Wachau, troviamo poi lo Smaragd Ried Loibenberg di Tegernseerhof, con note di spezia e pietra focaia da manuale, tanta ricchezza ed energia senza dimenticare l’eleganza.

Torniamo in Kamptal con il Reserve Ried Lamm della celebre cantina Brüàndlmayer, che con l’evoluzione in bottiglia porta canfora, anice, pepe bianco, sambuco e lytchees, mandorle e fichi verdi, agrumi e zenzero, acidità spigliata. Se si ha la pazienza di aspettare, sono bottiglie che spesso regalano grandi emozioni, com’è anche il caso del Reserve Ried Lindberg di Salomon Undhof da Kremstal, che nelle annate top ha tanta acidità e freschezza di mela croccante, naso pienissimo, fine e delicato.

Altra zona da tenere in considerazione è la Wagram, dove la Reserve Ried Scheiben di Leth anche nelle annate fredde vira su esotico maturo, zafferano, pepe rosa e bianco, affumicatura e tostatura, con bocca molto più croccante e quasi giovanile, acida e sferzante di naso. Alcuni vini meritano di aspettare persino decenni prima di essere bevuti, come lo Smaragd Ried Spitzer Point di Johann Donabaum dalla Wachau, che dopo anche 20 anni sfodera polvere e sasso bagnato, mela candita, rafano e timo. In bocca sa di torta di mele e cannella, è fresco con nota affumicata molto presente e quella tropicale appena accennata, note di mandorle e pinoli, stuzzicante e dal finale sottile. Infine, anche in una zona meno nota per questa uva, come la zona dei laghi, Neusiedlersee, possiamo trovare capolavori quali, per esempio, Moric e il suo Grüner Veltliner, che sfuma in note quasi in grado di ricordare i bianchi di Borgogna.

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