Qualità in crescita per i vini rossi dei Colli Euganei

Accanto alla Docg Colli Euganei Fior d’Arancio, si stanno affermando vini dalla mineralità distintiva, unita a tannini eleganti e a una ricca complessità aromatica

Qualità in crescita per i vini rossi dei Colli EuganeiLa vendemmia all'Abbazia di Praglia

Nel cuore del Veneto meridionale, un incantevole spettacolo si svela agli occhi dei viaggiatori: come per magia, un gruppo di vulcani emerge inaspettatamente tra le dolci colline pedemontane, creando un paesaggio di rara bellezza. Sono i Colli Euganei, sono là da 43 milioni di anni e sono il frutto geologicamente variegato di lave basaltiche del Paleogene, sedimenti marini, ceneri, lapilli, prodotti vetrosi a dare un suolo ricco di ferro e magnesio e di altre eruzioni più recenti. Un’erosione selettiva di milioni di anni ha prodotto un paesaggio tormentato e vario, che diviene spettacolare se ci aggiungiamo la presenza, discreta e mai invasiva, di 2000 ettari di vigneti.

Disposti su 22 Comuni, contano per adesso la sola Docg Colli Euganei Fior d’Arancio, riconosciuta nel 2011 e presente nelle tipologie Tranquillo, Spumante e Passito (rammentiamo quelli di Maeli Wine a Luvignano, Cà del Colle a Vo’ e Cà Lustra). Il Fior d’Arancio è un vino storico molto originale ricavato da uve moscato giallo che ha visto, grazie al cambiamento climatico, l’affermarsi al suo fianco di rossi sempre più affascinanti e ricchi di sfumature, ottenuti da uve bordolesi presenti in loco da secoli come cabernet sauvignon, merlot, cabernet franc e altri. Sono vini principalmente consumati tra Verona e Milano e ovviamente in loco nei bellissimi agriturismi che costellano il territorio e nelle strutture termali di Abano Terme.

Il terreno vulcanico conferisce a questi rossi una mineralità distintiva, unita a tannini eleganti e una complessità aromatica che spazia dai frutti rossi maturi alle spezie, fino a note balsamiche e terrose. Sono vini dalla grande maturità di frutto che raccontano bene il territorio della pedemontana veneta, oggi non più dominati da note verdi e vegetali, ma da frutta matura di bosco, more, mirtilli, prugne, ribes e cassis, il tutto innervato di forte acidità territoriale e spezia fine, spesso grazie a un uso accorto di legno piccolo.

Rossi dei Colli Euganei: la nostra carta dei vini

Tra i produttori migliori, con maggiore esperienza e costanza qualitativa (in grande crescita in tutto il territorio), Turetta Cà Bianca è un punto di riferimento. Il loro merlot e cabernet Riserva Rossura dei Briganti, affinato in legno, è un esempio di equilibrio tra potenza e finezza. Le Volpi & Monte Fasolo ha tanta attenzione alla sostenibilità che si traduce in vini bordolesi che esprimono il terroir in modo autentico. Il loro Carmenere è un vino di grande bevibilità che sorprende per la sua freschezza e i suoi aromi speziati tra cui domina il pepe nero.

Abbazia di Praglia è un monastero benedettino immerso nel verde dei Colli Euganei, custodisce non solo un patrimonio storico e artistico, ma anche una tradizione vitivinicola secolare. I loro vini rossi bordolesi, come il Rosso del Priorato e il Decanus, sono frutto di un connubio tra tecniche antiche e moderne, con un occhio di riguardo alla sostenibilità ambientale. Cristofanon Montegrande è un’azienda a conduzione familiare che si distingue per la produzione di vini rossi bordolesi che raccontano la storia del loro terroir: il loro Momi è bandiera della Doc dei Colli Euganei dal 1969 (anno di nascita della denominazione) ed esprime al meglio il carattere balsamico, speziato, terroso, con frutto nitidissimo dei rossi vulcanici. Gambalonga produce vini bordolesi di grande carattere con il loro Merlot Riserva Roverso, che è un vino di grande struttura e longevità, mentre il Le Grotte, si distingue per la freschezza di bergamotto e gli aromi speziati.

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