Oggi che i vini bianchi e rosa stanno guadagnando quote di mercato, la notizia che siano stati approvati nuovi ettari per una Doc rossa è da prima pagina. Non è un caso che tutto questo succeda a Montalcino e al suo Rosso, un sangiovese in versione più contemporanea e leggera rispetto al Brunello.
In particolare, il vigneto della Doc Rosso di Montalcino potrà essere incrementato del 60%, ma l’ampliamento non comporterà l’impianto di nuovi vigneti, perché gli ettari “nuovi” fanno già parte delle mappe del territorio come quota di vigneti coltivati a sangiovese, ma finora liberi da albi contingentati. In termini pratici, si tratta quasi di un raddoppio del numero di bottiglie producibili, fino ad arrivare a quota 7 milioni.
Il Rosso è un vino ideale per comprendere il terroir di Montalcino, in quanto ha meno passaggi in cantina rispetto al Brunello e molto meno affinamento in legno
Infatti, se finora la produzione del Rosso è stata significativamente inferiore a quella del Brunello (che viaggia attorno alle 11 milioni di bottiglie l’anno), il suo mercato è cresciuto sempre di più, a livello intergenerazionale, e ha visto lievitare anche i prezzi, che oggi vanno dai 15 fino ai 90 euro a bottiglia. È un un vino ideale per comprendere il terroir di Montalcino, in quanto ha meno passaggi in cantina rispetto al Brunello e molto meno affinamento in legno. La sua versatilità lo rende perfetto per il consumo al calice nei wine bar, una tendenza in crescita nel panorama della ristorazione, anche perché a livello comunicativo non necessita di narrazioni complesse, ma si presenta come un vino piacevole e gustoso “da compagnia”.
Rosso di Montalcino: la nostra selezione
Chi produce un grande Brunello spesso propone anche dei notevoli Rossi, ma esistono anche exploit di cantine che con questa tipologia si sono fatte conoscere imponendosi sul mercato. Per gli assaggi migliori affidatevi al quadrumvirato Poggio di Sotto, Casanova di Neri Giovanni Neri, la selezione “Jacopo” del Marroneto e Mastrojanni.
Ottime le prime uscite di Giuseppe Gorelli: sono vini di incredibile definizione e tensione, croccanti e moderni, ma anche ricercati, con dimensioni gustative ambivalenti, tanto immediati quanto profondi. Altri grandi Rossi sono Le Chiuse Gianni Brunelli, Lisini, La Gerla, Uccelliera, San Lorenzo, La Mannella, Corte dei Venti, Collemattoni (forse il miglior rapporto qualità prezzo della Doc), Beatesca e San Guglielmo. Queste due, praticamente, sono anche le ultime aziende arrivate in zona in ordine di tempo, e dimostrano l’attrattività di Montalcino e la capacità del territorio di far lavorare bene fin da subito anche i nuovi arrivati, benché ovviamente chi è nel territorio da generazioni ha sempre un suo stile riconoscibile e accattivante anche nel Rosso.
Basti pensare all’eleganza di Biondi Santi, la forza delicata di Poggio Antico e Col d’Orcia, la finezza di Patrizia Cencioni e di Cortonesi, la grinta della collina del Poggio alle Mura di Banfi e la ricchezza mediterranea di Camigliano.
Gli abbinamenti
Il Rosso di Montalcino si presta magnificamente agli abbinamenti con la cucina autunnale, per esempio su piatti a base di funghi e tartufo, ma si sposa egregiamente anche con le classiche pappardelle al ragù di cinghiale, un piatto ricco e saporito che esalta le note fruttate e speziate del vino. Non da meno è l’abbinamento con i tradizionali pici al ragù di chianina, dove la pasta fatta a mano e la carne succulenta si sposano con l’eleganza e la corposità del vino. Per i secondi piatti, il Rosso di Montalcino è poi eccellente con la bistecca di fiorentina, ma dice la sua su quasi ogni carne bianca o selvaggina.
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