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Gusto

Momento d’oro per la Champagne

Quest’anno i grandi blanc de blancs regalano bollicine particolarmente interessanti

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Se l’allarme per il cambiamento climatico è ormai globale, c’è una regione, la Champagne, in cui ha portato a una perfetta e completa maturazione delle uve, con conseguente produzione di alcuni dei vini più incredibili della sua storia. In particolare, l’uscita dei grandi blanc de blancs (da uve chardonnay) apre la caccia a diverse perle preziose.

Il più importante di tutti (insieme a Salon di Delamotte) è Clos du Mesnil di Krug, appena presentato nella versione 2008, attesissimo millesimo, tra i migliori di sempre e il migliore del primo decennio del 2000. Nasce nel Grand Cru di Le Mesnil-su-Oger, celebre non solo per la grande freschezza e ph bassi, ma anche frutto e sensazioni floreali che donano tridimensionalità al vino. Tutte qualità esaltate in modo impressionante in questa annata. Costoso e raro, vale decisamente l’esborso, visto che è anche bottiglia ricercatissima dai collezionisti. In esclusiva per l’Italia è poi appena uscito il 2010 del Blanc de Blancs di Billecart Salmon, che celebra i suoi 50 anni di collaborazione con il loro importatore Velier di Genova con questa cuvèe con uve dai village di Oiry, Choully, Avize, Mesnil e Cremant.

In casa Bruno Paillard lo chardonnay è da sempre il gioiello della corona e l’atteso 2013 non ha tradito nel bicchiere. Nasce da uve di Le Mesnil-su-Oger e Oger, di cui il 25% vengono vinificate in barrique. L’etichetta riporta ogni volta un’opera originale di un’artista e stavolta è toccato ad Anne Commette con un quadro dal titolo Liberté. Non poteva mancare all’appello la grande maison dello chardonnay per eccellenza: ecco Ruinart con il suo Dom Ruinart 2010, il primo a tornare al sughero per i dieci anni di affinamento sui lieviti con uve per il 90% dalla Côte des Blancs e un 10% dalla Montagne de Reims.

Da sinistra: il Clos du Mesnil 2008 di Krug, il Blanc de Blancs 2010 di Billecart Salmon, l’atteso 2013 di Bruno Paillard, lo lo RSRV Blanc de Blancs di Mumm, il millesimo 2014 di Louis Roederer e il Dom Ruinart 2010

In casa Roederer è esemplare il millesimo 2014, ottenuto dai quattro plot del village di Avize, con un grande equilibrio tra frutto tropicale, minerale, acidità ma anche maturità, che chiude con un salino leggero rinfrescante. Da Mumm c’è una piccola chiccha che vi porta invece alla scoperta del village di Cramant ovvero lo RSRV Blanc de Blancs. Questa cuvèe che affina sei anni sui lieviti ha la particolarità di avere molta meno pressione di uno champagne classico (4,5 bar invece di 6,5), aspetto che lo rende delicato e cremoso, con un naso che evidenzia le note floreali bianche, il cedro e una sottile vena tropicale che fa da contraltare a una sempre presente gessosità.

Infine, dalla Montagne de Reims provengono le uve di un outsider della tipologia, ovvero P. Vallè, per il loro Blanc de Blancs, con uve da Chigny Le Roses, Ludes, Sermieres e Mailly dosati a 9g/l, il che spiega il naso particolare di frutta rossa di bosco appena matura che arricchiscono il contesto floreale giallo e bianco dei blanc de blancs che nascono qui.