Chi ben comincia

Non c’è bisogno di scomodare un genio come Cesare Pavese per capire che cominciare è una delle gioie della vita. Se si inizia col piede giusto tutto sembra nuovo...

Non c’è bisogno di scomodare un genio come Cesare Pavese per capire che cominciare è una delle gioie della vita. Se si inizia col piede giusto tutto sembra nuovo, pieno di fascino, le emozioni e le sensazioni si accavallano nella mente e nello stomaco. I primi metri da motociclista non sfuggono a questa regola e iniziare, per esempio, con una supersportiva da 150 cv può davvero rovinare uno dei momenti più lieti di una vita. Molto meglio spendere meno della metà e inforcare una naked. Due novità assolute, Suzuki Gladius e Yamaha XJ6, e un bestseller come la Kawasaki Er6-n. Queste tre nude hanno costi molto appetibili – tutte restano sotto i 7.000 euro – ma sanno coniugare bontà tecnica ed estetiche accattivanti. La Gladius si stacca dalle linee manga solitamente usate da Suzuki per venire incontro a un gusto più europeo. La Kawasaki ER6-n aveva meravigliato tutti per il suo aspetto fuori dagli schemi e per il 2009 è stata migliorata puntando su linee tonde e solide. La nuova entry-level di Iwata ha particolari che la distinguono dalla banalità: lo scarico corto e quasi invisibile, i convogliatori a boomerang, il faro anteriore appuntito e il codino slanciato. Per quanto riguarda gli aspetti dinamici queste tre naked hanno in comune la sostanza: divertono in ogni frangente, sono facili da guidare e non affaticano mai. Ognuna ha però il suo habitat o il terreno dove distanzia le altre: Kawasaki è la regina della città, Suzuki è imprendibile nel misto stretto e la XJ6 scappa sul veloce. Nel traffico cittadino la semplicità d’uso, la frizione morbida e i fianchi stretti fanno della Kawasaki il mezzo ideale. Il manubrio largo e la sella più bassa del lotto avvicinano la Suzuki che al semaforo scatta più forte delle altre. Paga pegno sui chili di troppo, invece, la Yamaha, che però vanta un’ergonomia ottima. La Gladius mette tutti in riga quando cominciano le prime curve. Il peso ridotto e l’impostazione di guida si uniscono alla bontà del bicilindrico da 650 cc direttamente derivato da quello della mitica SV650. Ai bassi e medi regimi è il più corposo dei tre e quindi permette un uso più rilassato del cambio. Il bicilindrico Kawasaki invece va spremuto di più per trarne il meglio. La XJ6 è l’unica a montare un quattro cilindri in linea coni vantaggi e gli svantaggi che ne conseguono. Se nel misto stretto bisogna continuamente usare le marce per tenere regimi adeguati nei tragitti più lunghi si apprezza il comfort di marcia dato dall’assenza di vibrazioni.

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