Dalla gerarchia alla leadership

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Le stime di crescita generale comunicate dal governo solo un anno fa sono state riviste verso il basso e va considerato che questa fase critica e complessa non investe solo il nostro Paese, bensì l’Europa intera. Nel periodo post Covid i mercati rispondevano alquanto positivamente, mentre oggi tutto pare aver rallentato. Molti settori merceologici, poi, stanno affrontando contesti indiscutibilmente più complessi rispetto ad altri. Insomma, nel prossimo futuro gli andamenti andranno attentamente valutati, perché non si prevedono certo positività ed entusiasmo.

In ambito aziendale altri fattori al di là dell’evoluzione tecnologica del prodotto ritornano a essere prioritari e determinanti. Il prezzo è da sempre un’area strategica del marketing, ma si sa che non può supportare da solo sempre e ovunque il risultato. Ci si concentra in modo preponderante sui valori della marca; su come si possa sviluppare e consolidare la profonda e imprescindibile relazione con il consumatore. La comunicazione conseguentemente deve ritenersi area fondamentale al fine di far percepire al meglio il “cromosoma” aziendale.

Questi sono anche periodi storici che evidenziano “lo stato dell’arte” aziendale, come l’organizzazione è costruita e in che modo i collaboratori siano efficienti nell’esprimere con forza creatività e competenze. Tutti siamo sempre più consapevoli che le persone, attraverso il loro agire, sono una risorsa vera ed efficace, e necessaria a garantire i risultati attesi. A tal proposito è sempre attuale il dibattito sul rapporto esistente tra leadership e gerarchia.

Nonostante tutto, ancora oggi, quanto detto da molte figure apicali delle organizzazioni non corrisponde al percepito dei collaboratori. Pare che al di là di tutto non ci sia ancora una reale ed efficiente nuova filosofia adottata. Si è orientati al cambiamento, ma la gerarchia resta prioritaria con una conseguente diminuzione di assunzione di responsabilità da parte di molti. È un impegno oneroso essere ai vertici delle organizzazioni e rispondere dell’andamento generale, ma credo che per cambiare lo status quo si debba accettare e condividere molto di più.

Le parole, per esempio, assumono un valore unico e il tempo dedicato alla relazione interna ed esterna risulta essere sempre più rilevante. Sono inutili le troppe riunioni, gli incontri atti a trasferire freddamente messaggi di ogni tipo, al contrario necessitiamo di scontri veri, trasparenti e costruttivi con chi esprime personalità, coraggio e passione. La squadra, se è costruita con attenzione e volontà, vince, evidenziando palpabile soddisfazione ed entusiasmo da parte di tutti i partecipanti. Le grandi opportunità da cogliere? In questa trasformazione molte. Al contrario chi non affronterà i contesti con coraggio, ancorandosi a considerazioni teoriche, avrà vita dura. Oggigiorno sentiamo tutti la necessità di affidarci a “persone di marca” che tramite la loro visione determinata e sensibile, attraverso esempi concreti, incoraggino a credere in un futuro diverso da quanto già vissuto ma altrettanto interessante e proficuo.

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